Avanti coi «Ricercatori in classe», anche ai tempi del Covid-19

Quasi 40 gli incontri organizzati a distanza, da gennaio a oggi. Numeri che confermano il valore del progetto che punta a educare gli studenti alla cultura scientifica

Fino alla fine di febbraio, gli incontri sono andati avanti con le lezioni frontali in aula. Dopodiché, con il passaggio alla didattica a distanza dettato dall'emergenza coronavirus, anche il progetto «Ricercatori in classe» ha subìto un'evoluzione. Così, nonostante la chiusura delle scuole, sono proseguiti gli incontri tra i ricercatori di Fondazione Umberto Veronesi e gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Oltre 50 gli appuntamenti realizzati, di cui una quarantina a distanza (quasi tremila gli studenti visti da gennaio a oggi). Un dato che fa lievitare a  quasi 40mila unità il numero dei ragazzi incrociati dal 2016 (anno di avvio delle attività).


Numeri che confermano l'interesse degli incontri tra ricercatori e studenti, oltre che la fattibilità: nonostante la didattica a distanza (nella foto, la ricercatrice Andriana Kouloura in uno degli ultimi appuntamenti organizzati in aula). Oltre che lo sforzo compiuto da Fondazione Umberto Veronesi per garantire continuità alle attività. «Un'iniziativa meritoria, che speriamo di ripetere il prossimo anno ospitando un ricercatore nel nostro istituto», afferma David Fiacchini, biologo e docente dell'Istituto di Istruzione Superiore Leonardo Da Vinci di Civitanova Marche (Macerata), che nei giorni scorsi ha ospitato in videoconferenza l'intervento di Giulia Girolimetti. «Ha spiegato ai ragazzi in modo chiaro i principi della biologia molecolare e cosa vuol dire svegliarsi ogni mattina e fare ricerca in ambito oncologico».


Positivi anche i feedback giunti dai ricercatori. «Il valore di questo progetto è dato dalla possibilità di entrare in contatto con l'energia di ragazzi che si stanno affacciando al mondo universitario e sono pieni di entusiasmo per il loro futuro - spiega Francesca Talpo -. Spero di aver trasmesso loro la passione per la ricerca scientifica, preparandoli anche alle inevitabili difficoltà che potrebbero incontrare lungo il cammino». L'esperienza di Giusy Roscigno la porta a considerare «cruciali punti quali l'importanza della ricerca e il ruolo della prevenzione per aiutarci a vivere in salute». Una parte, quest'ultima, che «ha incuriosito molto gli studenti, messi nelle condizioni di fare domande senza difficoltà». Per Sara Lovisa, «la divulgazione scientifica è importantissima per educare i ragazzi alla consapevolezza, a maggior ragione al giorno d'oggi».


Con la chiusura dell'anno scolastico, gli incontri del progetto «Ricercatori in classe» si interromperanno. La pausa estiva servirà a Fondazione Umberto Veronesi per organizzare la ripresa delle attività, a partire da settembre: in aula o a distanza. Nelle prossime settimane, i dirigenti scolastici e i docenti potranno farsi avanti per manifestare la volontà di ospitare i ricercatori nelle proprie scuole. Come? Inviando un'email (scuola@fondazioneveronesi.it) o contattando telefonicamente l'ufficio scuole di Fondazione Umberto Veronesi (02-76018187).


Torna a inizio pagina