La storia di Anna
Anna ha qualche linea di febbre. “Sarà stanchezza, o un po’ di influenza”, pensa la mamma. Ma non è tutto: la bambina è molto agitata, durante la notte piange e mette continuamente le mani in bocca, scuotendole. La pediatra nota un pallore molto accentuato che meriterebbe qualche accertamento.
È un venerdì sera di inizio gennaio 2020 quando Daniela, mamma di Anna, decide di recarsi all’ospedale di Alessandria per cercare una spiegazione ai continui lamenti di Anna.
«È stata una notte terribile, dominata dall’angoscia», ricorda Daniela. «La mattina successiva, visti i valori di emoglobina molto bassi, le hanno fatto una trasfusione. I medici, prendendo da parte me e mio marito, ci hanno comunicato che, per loro, si trattava di leucemia. È stato tutto velocissimo.
Anna ha cominciato subito la terapia. Nei mesi successivi hanno macinato chilometri per poter somministrare ad Anna, quando possibile, le terapie da casa e darle qualche momento di “normalità” famigliare.
Nel frattempo, i medici dissero che Anna sarebbe stata curata con un protocollo AIEOP (Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica), rivisto nel 2017, interamente finanziato da Fondazione Veronesi. I genitori hanno subito accettato. La fortuna di poter essere curati con un protocollo aggiornato è quella di poter ridurre al minimo gli effetti collaterali della chemioterapia. La terapia testata da Anna, sarebbe servita un domani ad aggiornare il prossimo protocollo e a salvare altri bambini.
Anna non ha mai perso il sorriso, era sempre allegra. La dottoressa aveva detto ai genitori: “vedrete che sarà lei a mostrarvi la via per affrontare tutto questo”. Ed è stato così.
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