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Nevrosi da dieta

Quali sono i sintomi mentali di una dieta troppo rigida? La cura è riprendere a nutrire il nostro cervello

Nevrosi da dieta

La settimana scorsa, rivedendo le diapositive per una lezione, ho riletto alcuni passi di un vecchio studio scientifico (il Minnesota Starvation Experiment del 1950) di Ancel Keys, un grande ricercatore su moltissimi temi legati all’alimentazione.

Mi ha sempre colpito la chiarezza con cui descrive i sintomi mentali di persone sottoposte a restrizioni alimentari: restrizioni non grandissime (i volontari dello studio mangiavano circa il 50% di quanto necessario) e tempi non lunghissimi (i sintomi mentali arrivavano dopo 2-3 mesi). Quali sintomi? Molti ed importanti: non si riesce più a pensare in maniera lineare e creativa; ci si sente depressi, apatici, annebbiati; l’interesse per il sesso e, più in generale, l’interesse per le attività che richiedano energia, scompare; tutti i pensieri riguardo al cibo (cosa mangiare, come prepararlo, quali ricette, quante calorie) diventano ossessivi ed assediano la nostra mente.

Sono sintomi che raccontano la sofferenza delle ragazze anoressiche ma - attenzione! – anche la sofferenza delle persone che seguono diete troppo rigide (troppo ipocaloriche e, soprattutto, ipocaloriche ed iperproteiche).

In questi casi non serve un antidepressivo: basta riprendere a mangiare in modo da nutrire al meglio il nostro cervello.

PS: Tra le altre cose, Ancel Keys ha vissuto a lungo a Pioppi, un piccolo paese sulla costa del Cilento, ed è stato un grandissimo promotore della dieta mediterranea. Se lo dice lui, che è campato 100 anni esatti in ottima salute, abbiamo un motivo in più per fidarci.



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