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Pillole per dimagrire?

Con l'estate all'orizzonte si cercano scorciatoie per ridurre il peso. Esistono farmaci utili?

Pillole per dimagrire?

E' arrivata la primavera e, come tutti gli anni, fioriranno in TV, sui siti internet e sulla stampa, gli annunci di miracolose pillole per dimagrire.

Come comportarsi? Seguendo una regola all’apparenza banale, ma assolutamente certa da un punto di vista scientifico: tutti i prodotti acquistabili senza prescrizione medica sono, nella sostanza, inutili. Perchè?

-Perchè non esiste nulla che alzi il metabolismo in maniera sicura (il nostro corpo non è così stupido da farselo cambiare, mettendo a repentaglio i meccanismi di sopravvivenza da digiuno);

-Perchè non esiste nulla che elimini i liquidi e le scorie in eccesso (se mangiamo e beviamo il giusto, il nostro corpo se la cava egregiamente da solo);

-Perchè non esiste nulla che blocchi con efficacia l’assorbimento dei grassi (i prodotti reclamizzati ci procurano una simpatica diarrea per qualche giorno, poi il nostro corpo scopre l’inganno, si riadatta e tutto torna come prima).

Cosa dire, invece, dei prodotti con prescrizione medica?

Innanzitutto che NON esistono dimagranti in senso stretto, ma solo farmaci che possono agire sulla componente emotiva della ricerca del cibo (l’impulsività  o la cosiddetta “fame nervosa”), quindi efficaci solo nell’obesità  associata a disturbi alimentari come il Disturbo da Binge Eating (BED).

E’ stato approvato di recente, negli Stati Uniti, un farmaco per la cura del BED, la lis-dexamfetamina. I primi studi controllati parlano di una buona sicurezza ed efficacia, sul breve termine, nel ridurre le abbuffate e, quindi, il peso corporeo.

Attenzione però a 2 cose: 1) si tratta pur sempre di un derivato dell’amfetamina, quindi di un farmaco con alti rischi di abuso e dipendenza. Se mai lo approvassero per l’uso in Italia, spero sia sottoposto ad una regolamentazione rigorosa; 2) non illudiamoci che una patologia complessa come il BED possa essere risolta con una pastiglia: la terapia farmacologica, all’inizio della cura, può essere molto utile ma, sul lungo periodo, è necessario un profondo lavoro combinato, psicologico e di ristrutturazione delle abitudini alimentari e di vita (prima tra tutte, l'abitudine a MUOVERSI!).

Parafrasando un celebre aforisma: “ogni mattina, in Italia, non importa che tu sia un leone o una gazzella; l’importante è che cominci a muoverti” (e, già  che ti muovi, passa al mercato a comperare verdura di stagione).

Stefano Erzegovesi
@erzegos 



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