L'onda lunga dell'abbuffata
Per aiutare una persona obesa, invitarla a smettere di mangiare non serve. L'intervento più efficace è quello precoce, «quando le acque sono meno impetuose»
Ieri Antonia, una mia paziente sofferente di obesità, mi diceva che l’abbuffata è come l’onda del mare: se la prevedi e la riconosci all’inizio, riesci a navigarla e superarla senza grossi traumi. Ma se non la riconosci in tempo, ti travolge e ti butta a terra, anche se ci metti il massimo degli sforzi.
Mi è apparso il ricordo di quando, da piccolo al mare, mio papà mi diceva di prendere l’onda in anticipo, prima che cominciasse a scendere facendo la schiumetta bianca sulla cresta. Ricordo anche il senso di spinta incontrollabile quando un’onda, presa troppo tardi, mi trascinava a terra.
Quindi, quando vedete una persona che mangia senza controllo, non ditele «smettila, basta la volontà e la pianti di mangiare». Pensate all’onda del mare e pensate che bisogna aiutarla a fare qualcosa un po’ prima, quando le acque sono meno impetuose.