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Le colpe sono sempre dei genitori?

Quando si ha in casa una figlia anoressica è inutile rimpallarsi le responsabilità. Soltanto l'unione familiare può portare al superamento del malessere

Le colpe sono sempre dei genitori?

Oggi, come mi capita spesso durante le prime visite, ho visto i genitori di una ragazza anoressica. Non erano neanche preoccupati all'idea di poter essere parte in causa nella malattia della loro figlia. Erano già rassegnati che fosse «sicuramente colpa loro». Ci sono quindi genitori rassegnati, «è sicuramente colpa nostra e non ce lo perdoneremo mai». Ci sono genitori che arrivano sospettosi e difesi, del tipo «non stia a dirci che è colpa nostra, non è sicuramente colpa nostra perché noi abbiamo dato tutto a nostra figlia, anzi forse le abbiamo dato troppo». Ci sono genitori che si palleggiano il sospetto di colpa. «È mia moglie che è troppo invadente e stressa la figlia». «No, è mio marito che non c'è mai a casa ed è una figura assente per nostra figlia».

Che fare? Due cose. Primo: molto più che "colpevoli", i genitori sono una risorsa preziosa e indispensabile nel percorso di cura di una paziente anoressica, tanto più indispensabili quanto più la paziente sia in giovane età (c'è una valida letteratura scientifica che evidenzia, sotto i 18 anni di età, la terapia familiare come la componente più importante nel programma di cura). Secondo: non siamo né in un tribunale né in un confessionale: non ha senso parlare di "colpa" e non c'è nulla da "espiare". Ha invece molto senso ripensare alla qualità della comunicazione in famiglia, cercando di riconoscere ed evitare i cosiddetti meccanismi triangolari di comunicazione, ovvero «non ci diciamo le cose direttamente, ma, per evitare tensioni o litigi, ci parliamo tramite una terza persona che faccia da ambasciatore».

Quindi mamma e papà dovranno trovare un momento tutto loro, guardarsi negli occhi e dirsi «noi, come ogni coppia, abbiamo le nostre incomprensioni e tensioni, ma per quanto riguarda la salute e la cura di nostra figlia, dobbiamo avere una comunicazione totalmente fluida e diretta, senza segreti, neanche piccoli, l'una per l'altro». La figlia sentirà subito la differenza. Inizialmente protesterà: «Siete tutti contro di me». Ma, alla fine, si sentirà sostenuta e rassicurata dall'avere intorno a sé un "contenitore emotivo" molto più efficace e compatto.

Stefano Erzegovesi
@erzegos



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