I miei figli, le verdure e le carote a cuore
Chi ha detto che i bambini non mangino verdure crude? Anche il modo in cui si tagliano può fare la differenza
Qualche giorno fa stavo provando a casa un piccolo utensile, da usare nei gruppi di “terapia in cucina” che facciamo in ospedale con i pazienti obesi.
Arrivano i miei due bimbi e mi chiedono la merenda. Avendo tra le mani delle carote, gliele propongo ma la risposta è netta: “E' dura e troppo grossa da mangiare; non c’è un budino o un po’ di pane e salame?”.
Chiedo di aspettare un attimo e gli propongo il risultato della mia fatica (vedi immagine): carote a forma di cuoricino, tagliate a fette sottili. La risposta è ugualmente netta: “che buone, ce ne fai ancora? Magari anche domani, così le portiamo a scuola per la merenda”.
Mi è venuto un pensiero: la bocca dei bambini è più piccola di quella di un adulto, e molto più piccola di quella di una giraffa o di un gorilla (noti mangiatori di verdure “a grandezza naturale”).
Quindi non costringiamo i bambini a fare le giraffe, ma cerchiamo di rendere le verdure più a misura delle loro bocche (e delle loro anime).
“Tempo perso” a tagliare le verdure? No, tempo guadagnato, per noi e per loro.
P.S.: i cuoricini sul piatto li avevo messi a cerchio, ma mio figlio Valentino li ha raggruppati al centro, “perché i cuori devono stare vicini”.
Stefano Erzegovesi
@erzegos