27-09-2014

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Perché combattere la fame è un'opportunità anche per il mondo occidentale?

Perché conviene risolvere la fame anche da un punto di vista economico? Lo chiediamo ad Giovanni Fattore, professore presso l'Università Bocconi di Milano, intervenuto al congresso The Future of Science

Giovanni Fattore dirige il Dipartimento di analisi politiche e pubbliche dell'Università Bocconi di Milano.

Alla Conferenza mondiale The Future of Science 2014 affronta il lato economico della malnutrizione nel mondo. "La fame - dice - è uno dei fattori determinanti di decesso e precarietà. Eradicare questo dramma è possibile".

D: Buongiorno a tutti. Siamo a Venezia alla edizione decima della conferenza The Future of Science organizzata da Fondazione Umberto Veronesi. Quest'anno il titolo dell'evento è “l'eradicazione della fame”. Siamo in compagnia del professor Giovanni Fattore dell'Università Bocconi di Milano direttore del dipartimento di analisi politiche e pubbliche. Interverrà il professor Fattore, per parlare appunto di economia legata all'eradicazione della fame. Professor Fattore, chiediamo questo: è possibile diciamo che ci siano delle politiche anche economiche in favore nostro, del mondo occidentale, nella eradicazione della fame?
R: Certo è possibile, è possibile perché anche nell'interesse dei paesi più ricchi combattere la fame io direi che innanzitutto l'economia è un mezzo per creare benessere e quindi penso ci sia innanzitutto un dovere morale anche da parte dei paesi più ricchi per sconfiggere questa tragedia che è fatta di persone che proprio non riescono ad avere le condizioni minime per vivere. Detto questo sconfiggere la fame vuol dire anche ridurre una serie di problemi che hanno poi degli effetti sociali economici anche per i paesi più sviluppati, pensiamo all'immigrazione, pensiamo alla diffusione di determinate malattie e pensiamo soprattutto alla destabilizzazione di alcuni paesi che proprio per le condizioni di estrema povertà, possono diventare, possono essere catturati da fenomeni che poi si riverberano anche sui paesi più ricchi, incluso il rischio di conflitti e di guerre.
D: La seconda domanda che le faccio è questa: ma gli interventi umanitari sono sempre in contrasto con le logiche di mercato attuali oppure c'è un punto d'incontro?
R: Direi che la recente letteratura economica e proprio le scienze economiche hanno fatto dei progressi in questo senso, anche superando per certi aspetti, un dibattito di tipo fortemente ideologico. Abbiamo bisogno sia di aiuti internazionali, soprattutto per affrontare le crisi, soprattutto per aiutare le persone che stanno morendo di fame adesso, ma d'altra parte abbiamo anche bisogno di costruire la crescita economica per i paesi più poveri, per farli uscire dalla cosiddetta trappola della povertà. Per far questo occorre inserirli nei circuiti economici, sviluppare sistemi di mercato, aiutarli a crescere investendo sul loro capitale umano, capitale fisico e anche sul loro capitale sociale. Quindi io vedo che il futuro della lotta all'eradicazione della povertà sarà un futuro in cui si lavorerà insieme imprese, attori privati, attori pubblici, istituzioni e anche molto importante il ruolo del terzo settore.
D: Grazie mille al professor Fattore. Se volete rimanere informati potete collegarvi al sito www.fondazioneveronesi.it

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