Nutrigenomica: quando il Dna è influenzato da ciò che mangiamo
A spiegare le interazioni tra i nutrienti e il nostro codice genetico è Katia Petroni, professore di genetica al dipartimento di bioscienze dell’Università Statale di Milano
D: Buongiorno a tutti da Venezia. Siamo alla decima edizione della conferenza The Future of Science organizzata da Fondazione Umberto Veronesi. Quest'anno il tema è l'eradicazione della fame. Siamo in compagnia della dottoressa Katia Petroni dell'Università Statale di Milano e oggi interverrà per parlare di nutrigenomica. Professoressa Petroni, che cosa significa nutrigenomica?
R: Allora, la nutrigenomica è una scienza relativamente giovane nel panorama delle scienze della nutrizione. È una scienza che studia come i nutrienti interagiscono con il nostro genoma e quindi come regolano l'espressione genica e di conseguenza come influiscono sul metabolismo e sul nostro stato di salute o di malattia.
D: Perfetto, una descrizione perfetta direi. E la seconda domanda è questa: oggi sappiamo che lei esporrà alcune appunto, considerazioni sul fatto dell'influenza della dieta sul genoma, non solo della madre ma anche del nascituro. Ci può spiegare qualcosa in più?
R: Sì, questa influenza si basa su dei meccanismi che vengono chiamati epigenetici, una parola un pò difficile, che indica semplicemente che la dieta può influenzare il dna senza modificare la sequenza, quindi non ci sono mutazioni del gene, ma modificazioni per l'appunto, chimiche del genere che possono poi portare a dei cambiamenti nell'espressione genica. E l'esempio più eclatante, viene dalla carestia olandese che è un evento storico, realmente accaduto verso la fine della seconda guerra mondiale durante la quale ci fu una drastica riduzione dell'apporto calorico nella popolazione perché dovettero razionare le scorte alimentari. Durante quel periodo si registrarono tutte le madri che erano incinte, a distanza di 60 anni, se andate a vedere qual è il risultato nei futuri adulti e si è visto che questi avevano una maggiore incidenza delle patologie croniche, quindi in qualche modo la dieta della madre ha effettivamente influito sulla salute nella vita adulta, cosa che non è assolutamente successa agli individui che invece non erano stati esposti alla carestia perché nati prima o dopo.
D: Grazie mille. L'ultima domanda che le pongo è questa: come può invece l'alimentazione influenzare il dna e quindi causare alcune patologie?
R: Negli ultimi anni si stanno sempre più rivelando importanie due fattori sostanzialmente, nell'insorgenza della malattia: sono lo stress ossidativo e l'infiammazione cronica. Questi due fattori insieme sono alla base di numerose patologie. I meccanismi ovviamente, nello specifico delle singole patologie, sono leggermente diversi, però l'infiammazione cronica è alla base di tutti questi e quello che si è visto è che l'alimentazione può realmente influire nella prevenzione di queste patologie perché è possibile revertire per esempio l'infiammazione cronica cambiando la propria alimentazione.
D: Grazie mille. Se volete continuare a seguirci potete andare sul sito www.fondazioneveronesi.it Grazie alla professoressa Petroni.