Il fumo
In Italia sono circa 43.000 ogni anno le vittime di patologie oncologiche causate dal fumo, su un totale di 65.000 vittime di tumori legati a fattori di rischio evitabili (oltre al tabacco, l’alcol, l’eccesso di peso, la dieta e l’attività fisica).
In Italia sono circa 43.000 ogni anno le vittime di patologie oncologiche causate dal fumo, su un totale di 65.000 vittime di tumori legati a fattori di rischio evitabili (oltre al tabacco, l’alcol, l’eccesso di peso, la dieta e l’attività fisica). Una quota quindi ampiamente maggioritaria, che conferma ciò che da ormai mezzo secolo è stato dimostrato e che ricorda anche il Codice europeo contro il cancro: il fumo di tabacco è la prima causa di tumore ed è un fattore che si può evitare. Il rapporto 2020 dell’Associazione italiana oncologi medici (Aiom) e dei registri tumore (Airtum) riporta un’analisi della mortalità per tumore in base ai fattori causali evitabili. La fonte è un lavoro epidemiologico italiano coordinato dall’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (ISPRO), pubblicato nel 2019 sulla rivista Epidemiologia&Prevenzione. Cosa emerge? Che il fumo è l’elemento evitabile che ha un impatto maggiore sulle possibilità di morire di cancro. Sono attribuite al fumo infatti la gran parte delle morti per tumore del polmone, tumore dei bronchi o tumore della trachea negli uomini (87 per cento negli uomini, 65 per cento nelle donne); per tumore della laringe (80 per cento negli uomini, ben il 91 per cento nelle donne); per tumore del cavo orale, delle labbra, del nasofaringe (68 per cento e 42 per cento rispettivamente per maschi e femmine); per i tumori dell’esofago (63 per cento e 43 per cento). Il fumo pesa in misura importantissima anche sui decessi per tumore della vescica (43 per cento delle vittime maschili e 18 per cento di quelle femminili); per tumore del fegato e del pancreas (33 per cento nel caso dei pazienti uomini, intorno al 10 per cento per le pazienti donne).