Tumore della cistifellea e delle vie biliari
CHE COS’È
La cistifellea (o colecisti) è un organo posto al di sotto del fegato che ha il compito di immagazzinare la bile prodotta dal fegato e necessaria alla digestione. Dalla cistifellea, durante la fase digestiva, la bile raggiunge l’intestino attraverso le vie biliari (o dotti biliari). Il tumore della cistifellea origina nella maggior parte dei casi dalle cellule degli strati più esterni, si può poi diffondere all’interno dell’organo stesso e in quelli vicini (coledoco, fegato e intestino). I tumori delle vie biliari (o colangiocarcinomi) sono più rari e difficili da individuare precocemente.
SINTOMI
Il tumore della cistifellea si manifesta in genere con dolori addominali, ittero (colorito giallastro della cute, degli occhi e delle mucose), nausea e vomito.
Per i tumori delle vie biliari i primi segni sono spesso la presenza di ittero e la perdita di peso, a causa dell’ostruzione dei dotti che impedisce alla bile di raggiungere l’intestino e di completare i processi di digestione e assorbimento.
FATTORI DI RISCHIO
La presenza di calcoli biliari (si ritrovano nell’80-85% degli affetti) è il primo fattore di rischio per questa malattia, diffusa soprattutto nella terza età, in pazienti di sesso femminile. Il rischio di tumore delle vie biliari aumenta in presenza di infiammazione cronica del dotto biliare (colangite cronica).
Altri elementi da tenere sotto controllo sono le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, l’obesità, il fumo e l’esposizione a vari agenti ambientali (diossine, nitrosamine, radon e asbesto). La familiarità esiste, ma poiché il tumore ha una bassa frequenza, il rischio è basso.
COME SI CURA
Stadio della malattia e condizioni del paziente influenzano la scelta della metodica da applicare. La pratica chirurgica è comunque la più diffusa.
Chirurgia
Rappresenta il trattamento più efficace per la cura del tumore della cistifellea, soprattutto nei casi in cui non risulta già esteso ad altri organi. Nelle forme più serie (tumori di Klatskin o della confluenza), la colecistectomia è spesso seguita da una parziale (a seconda dello stadio della malattia) rimozione del tessuto epatico (non oltre il 30-50% del suo volume), dei linfonodi attigui e della via biliare.
Questo intervento si conclude con il ricongiungimento chirurgico del dotto biliare che drena la bile del fegato residuo con l’intestino. Oggi si è arrivati a un livello di sopravvivenza del 30% della popolazione operata di cancro della colecisti a cinque anni dall’intervento.
Chemioterapia
Gli attuali regimi chemioterapici, eseguiti per via endovenosa, non rappresentano un trattamento risolutivo. Si ricorre ai farmaci per rallentare la progressione della malattia (quando questa non è operabile) o dopo l’intervento chirurgico (per ridurre il rischio di possibili recidive).
Radioterapia
Il tumore risponde poco alla radioterapia, adottata nei casi di diagnosi tardiva in cui l’intervento non può essere eseguito. Oggi, con la radioterapia a modulazione d’intensità (IMRT), sono stati ridotti gli effetti collaterali.
PREVENZIONE
Non esiste una strategia di prevenzione efficace. Valgono, però, le regole riguardanti lo stile di vita sano: no al fumo, dieta equilibrata, controllo del peso. Vaccinarsi contro il virus che provoca l’epatite B riduce il rischio di sviluppare la neoplasia.
LO SCREENING
Non esistono al momento consolidate procedure di screening, ma è importante che i pazienti affetti da malattie infiammatorie delle vie biliari vengano sottoposti a un rigoroso follow-up mirato a una diagnosi precoce.
QUANTO È DIFFUSO
La frequenza delle due forme tumorali (cistifellea e vie biliari) è piuttosto bassa: inferiore all’1% nelle donne e di poco superiore all’unità nell’uomo.Nel 2020, sono state stimate circa 5.400 nuove diagnosi (2.400 uomini e 3.000 donne), con un'incidenza della malattia in aumento, sempre nella popolazione adulta (over 60).
NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico
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