80 miliardi (o quasi) per la nostra salute
Nasce Horizon2020, il programma di finanziamento della Commissione Europea che destinerà nuovi fondi a diverse aree di ricerca e innovazione
L'erba del vicino è sempre stata più verde. Purtroppo uno dei peggiori vizi capitali è l'invidia che, pur non piacendo a nessuno, è curiosamente molto diffusa. Ne siamo (stati) affetti tutti, chi più chi meno, e nelle situazioni più disparate. Per esempio, nella scienza. Chi la pratica, soprattutto in Italia, viene a contatto da subito con l'invidia, che in questi casi è indirizzata ai laboratori più ricchi, quelli che hanno più risorse, più agganci, che pubblicano meglio. Poi c'è chi pratica l'invidia su larga scala: «Gli Stati Uniti sono la vera patria degli scienziati, perché investono». Verissimo. Gli Usa sono sempre stati all'avanguardia praticamente in tutti i campi della ricerca, biomedica e non solo, per il semplice fatto che ci hanno sempre creduto, e non soltanto in maniera ideologica come fanno tutti i politici nostrani da vent’anni che li ascolto.
«La scienza e l'innovazione sono importanti e l'Italia deve investire seriamente in questo senso». È un ritornello che ascoltiamo da anni, da destra e da sinistra, più monotono di una canzone di Justin Bieber. Salvo poi vedere che, in ogni finanziaria, alla scienza vengono lasciati quattro spiccioli. Quando si dice che gli Stati Uniti ci hanno sempre creduto, dico che ci hanno creduto economicamente, con un bel pacco di dollari destinato alle imprese di innovazione biotecnologica e farmaceutica, alle istituzioni pubbliche, alle università. E la differenza è sotto gli occhi di tutti: il loro numero di pubblicazioni e brevetti supera quello di qualunque altro Paese al mondo, anche se negli ultimi anni il trend dell'Asia Orientale (Cina, su tutti) sta iniziando ad incalzare. E noi? Come dicono a Roma, rosichiamo. O almeno, avevamo scuse per farlo. Ora, però, non abbiamo più neanche quelle, perché dal 2014 parte il progetto Horizon 2020, il quale è, o si prefigge di essere, un punto di svolta per la ricerca europea, e per questo ho pensato fosse il caso di parlarne più in dettaglio.
Di cosa si tratta? H2020 è un programma di finanziamento pluriennale approvato dalla Commissione Europea nel 2013. In parole povere, euro (76,8 miliardi) che il Parlamento Europeo destinerà in sette anni, dal 2014 al 2020, a diverse aree di ricerca e innovazione. Chiariamoci: quasi 80 miliardi di euro rappresentano un importo enorme, persino per una attività incredibilmente costosa come la scienza. Si tratta di una cifra sufficiente per mettere a tacere tutte le voci di invidia nei confronti degli Usa. Abbiamo la possibilità di mettere l'Europa al centro del dibattito scientifico e industriale internazionale ed è un'occasione che non dovrà essere gettata al vento. Vediamo più da vicino cosa è H2020 e come funziona.
H2020 si basa su tre pilastri fondamentali:
1) Rinforzare l'eccellenza della base scientifica: il punto che riguarda più da vicino noi scienziati. La maggior parte dei fondi destinati a questo pilastro andranno all'ERC (European Research Council), ossia il centro nevralgico dello smistamento dei fondi destinati ai progetti di ricerca. In sostanza, 13 miliardi di H2020 verranno destinati a finanziare nuovi progetti nei più svariati campi scientifici già esistenti e a sostenere economicamente gli scienziati di eccellenza che iniziano la propria carriera. Un'altra parte dei fondi dedicati a questo pilastro viene destinata allo sviluppo di tecnologie emergenti e future - FET: Future and Emerging Technologies - e alla creazione di nuovi campi di ricerca. Infine, una parte sostanziosa dei fondi viene destinata alle borse di studio Marie Curie, le più famose (dopo le borse Erasmus per universitari, naturalmente) per quanto riguarda la mobilità internazionale degli scienziati esordienti. In conclusione, verrà potenziato il panorama scientifico attuale, propulsato lo sviluppo di settori scientifici futuri e incentivata l'eccellenza scientifica in Europa. In un anno, l'UE approva tutte le promesse che l'Italia non ha mantenuto in due decenni, spingendo me, e molti altri più in gamba di me, a lasciare tutto e andare a cercare fortuna altrove.
2) Affrontare le sfide della società moderna: dei tre, è il campo più eterogeneo: sette miliardi per migliorare salute e benessere in ogni fase della vita, attraverso promozione della salute e miglioramento delle politiche di prevenzione; tre miliardi in sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima; sei per lo sviluppo energetico, da utilizzare per trovare nuove fonti di energia alternative e ottimizzare l'utilizzo delle fonti di energia attuali; 5,7 miliardi da investire nello sviluppo di nuovi sistemi di trasporto; tre miliardi per trovare soluzioni al problema climatico e allo sfruttamento delle risorse; un miliardo e mezzo nella ricerca socio-umanistica; 1,7 miliardi per incrementare il livello di sicurezza dei cittadini europei. Serve aggiungere altro?
3) Consegnare all'Europa la leadership industriale: tutta la scienza del mondo finisce inevitabilmente qui, all'industria. L'industria prende la scienza, la trasforma in brevetto e la usa per migliorare la vita quotidiana di tutti noi, traendone ovviamente un profitto. H2020 investe 14 miliardi per fare in modo che l'Europa diventi leader in settori industriali chiave come tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nanotecnologie, biotecnologie, produzione di materiali avanzati e nell'esplorazione spaziale. Un fondo separato è poi previsto per le piccole e medie imprese (PMI): 0,6 miliardi per incentivarle a innovare attraverso l'adozione di nuovi sistemi di produzione, nuove tecnologie, nuovi modelli di organizzazione. H2020 stabilisce poi un piano finanziario (di 2,5 miliardi) di cosiddetto "Accesso alla Finanza di Rischio", il cui compito sarà fornire un supporto indiretto alle industrie, i centri di ricerca e le aziende che hanno deciso di investire nei campi già elencati attraverso diversi sistemi di prestiti e finanziamenti.
Per dettagli sui vari punti, vi rimando alla sezione del sito di APRE (l'Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea) dedicata a H2020. O, in alternativa, usate il metodo classico, ossia cercate su Google "Horizon 2020" e buon divertimento.
I tre punti appaiono, a prima vista, scollegati tra loro, quando invece sono estremamente correlati. I Paesi che "producono" tanta scienza (punto 1), producono tanta industria (punto 3). E chi produce tanta industria, produce benessere (punto 2). Semplice. E, se nel 2020 Horizon avrà raggiunto tutti questi obiettivi, l'Europa sarà davvero un polo tecnologico, scientifico e industriale di massima importanza nel mondo, e tornerà probabilmente a prendersi di nuovo una leadership che le manca ormai da più di un secolo.
Una piccola nota finale. Su questo blog parlo in generale di scienza e innovazione ma soprattutto di sperimentazione animale. Quindi credo sia corretto correlare anche H2020 al discorso "sperimentazione animale". «Impossibile», direte voi. «Non mettete limiti alla fantasia degli attivisti», dico io. Alla luce di quanto detto in questo post, pensate a quanto ora appaiano ridicole le diverse associazioni anti-sperimentazione, le quali affermarono, all'approvazione di H2020, che si trattava di 70 miliardi che l'Europa aveva deciso di investire nella ricerca biomedica senza animali. Purtroppo, dato che in Italia la verifica delle fonti è un optional non solo per molti profani, ma anche per diversi addetti ai lavori, “Il Fatto Quotidiano” cadde nel tranello e pubblicò un articolo dal titolo: "Sperimentazione, 70 miliardi per chi farà ricerca senza test sugli animali", salvo poi modificarlo nel titolo attuale vista la valanga di proteste dei commentatori che sapevano davvero cosa fosse H2020, ossia 76 miliardi per molte, moltissime cose. Anche la sperimentazione animale.
Per la stesura di questo post, devo ringraziare espressamente Anna Puig Font, Project Manager in un laboratorio di nanotecnologie qui a Barcellona, il cui lavoro consiste esattamente in cercare soldi, progetti e finanziamenti, e la cui consulenza è stata fondamentale per aiutarmi a capire i punti più oscuri e tecnici di Horizon 2020 e di un mondo, quello del finanziamento dei progetti, ancora parecchio oscuro persino per chi vive dei suddetti finanziamenti.