Quelle "scandalose" madonne del latte
In passato bandita dagli altari, l'immagine della maternità nutrice sembra sollevare pudori e tabù perfino oggi. Anche il Papa di recente ha detto che "il latte è un dono di cui ringraziare il Signore"
Mi è venuta in mente la splendida immagine della trecentesca Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti. Una mano sotto il sederino del piccolo Gesù dalla gambette irrequiete, sorregge affettuosamente il bimbo che succhia. Che cosa c’è di più santo e di umano di una mamma che allatta? Ci ho pensato con un sorriso quando ho letto che papa Francesco, sentendo i vagiti di un gruppetto di bimbi che battezzava nella Cappella Sistina, si è rivolto alle mamme dicendo: «E voi, mamme, date ai vostri figli il latte, anche adesso! Se piangono per fame, allattateli, eh? Tranquille.»
In tutto il mondo, sono innumerevoli i quadri delle Madonne «del latte»,ce n’è perfino una attribuita a Leonardo da Vinci. Una devozione che nei secoli scorsi è stata particolarmente sentita nelle campagne, e che si è interrotta con la Controriforma, quando le gerarchie ecclesiastiche giudicarono «sconvenienti» immagini sacre che mostravano il seno, e che potevano quindi indurre a pensieri profani. Il principio che «tutto è puro per i puri» era evidentemente caduto a favore di altre e rigorose riflessioni, e così queste materne Madonne furono bandite dagli altari e dalle cappelle. San Carlo Borromeo, grande santo milanese di nobile famiglia, fu uno dei più attivi nel rimuoverle o nel farle ritoccare, in modo da nascondere il seno.
E’ nelle cronache recenti il caso di una donna che è stata redarguita, nell’atrio di un grande albergo di lusso, perché si era messa ad allattare in pubblico la sua creatura. E’ stata pregata, con impeccabile cortesia, di accomodarsi in un salottino riservato.
Francesco no, sa vedere con chiarezza la santità delle azioni umane. Anche per questo ha valore il suo invito alle mamme della Sistina, e la riflessione ecumenica con cui l’ha completato, e che ha esteso le sue parole al mondo e all’ingiustizia che c’è nel mondo: «il latte è un dono di cui ringraziare il Signore, pregando per quelle mamme – e sono tante, purtroppo – che non sono in condizione di dare da mangiare ai loro figli. Preghiamo per loro, e cerchiamo di aiutarle».
Io non ho il dono della fede, ma spesso le parole del papa m’incantano come le semplici figure degli antichi manoscritti miniati, con quei fiori delicati, quei ruscelletti cristallini, quelle pecorelle tra l’erba. E’ una persona, Francesco, che ha il dono di ripetere il Vangelo, attualizzandolo. Se Gesù diceva agli apostoli «Lasciate che i bambini vengano a me», Francesco in un’altra occasione ha detto che non è giusto fare uscire i bimbi dalla chiesa quando piangono, «perché il pianto di un bambino è la migliore predica, è come la voce di Dio».