Per la pace l’Italia fa molte chiacchiere e pochi fatti
Pensavamo che per la spending review, certamente indispensabile in questo momento di crisi economica, si usasse l’accetta per operare i tagli alle spese militari inutili o eccessive. Invece è stato usato il bisturi per incidere marginalmente la voce armamenti e difesa militare. Solo il 10% sugli organici delle Forze Armate equivalenti a meno di 8.000 soldati a fronte dei 24 mila del pubblico impiego. Il risparmio effettivo è di 400 milioni quando si poteva risparmiare 15 miliardi rinunciando al programma di acquisto dei cacciabombardieri F-35.
Il mondo della scienza rimane esterrefatto di fronte a una decisione così insensata. Ogni caccia costa 120 milioni di euro, che basterebbero per costruire e far funzionare 185 asili nido, permettendo a più madri di mantenere il loro posto di lavoro. Sul piano delle buone intenzioni l’Italia sembra non contraddire il dettato costituzionale che indica il ripudio della guerra.
E infatti proprio in questi giorni durante la discussione che si tiene all’ONU per regolare, per la prima volta, il commercio legale di armi con un trattato internazionale vincolante, il rappresentante italiano ha usato parole nobili. “In tutte le parti del mondo, l'incontrollata disponibilita' di armi e munizioni ha portato sofferenza umana, repressione politica, crimini e terrore tra le popolazioni civili. L'Italia è convinta che il Trattato debba includere tutte le armi convenzionali, comprese quelle leggere”.
Parole nobili e veritiere, perché si stima che la violenza armata uccida un essere umano ogni minuto. Ma a queste belle dichiarazioni di intenti non corrisponde il coraggio di scelte decisive. Le famiglie italiane stanno accettando con responsabilità e senso civico i tagli ai servizi e ai consumi imposti dalla crisi economica e dalla situazione europea, e affronteranno con dignità anche le difficoltà peggiori: mancanza di sviluppo e di posti di lavoro per i giovani.
Noi ci impegneremo per informare i nostri concittadini, e con noi intendo gli uomini di scienza e di pensiero che con me hanno fondato il movimento Science for Peace, e il mondo delle associazioni per il disarmo o favorevoli al disarmo, fra cui le associazioni femminili, sempre in prima fila nella difesa dei diritti umani. E il diritto a vivere in pace, fra questi, è il primo.
Umberto Veronesi
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