La figlia di una madre coraggiosa
Cedo volentieri questo spazio alla lettera di una figlia che ricorda con commozione la sua cara mamma che non è riuscita a vincere la battaglia contro la malattia.
Cedo volentieri questo spazio alla lettera di una figlia che ricorda con commozione la sua cara mamma che non è riuscita a vincere la battaglia contro la malattia.
Buongiorno a tutti,
questa non è una storia a lieto fine, ma sarebbe coraggioso da parte vostra pubblicarla perché è comunque una storia di successi, solo che alle volte non si può vincere sul tempo e sul destino, ma solo lottare.
E’ la storia di mia mamma, del suo coraggio quando a 58 anni le metastasi partite da un tumore al seno l’ hanno addormentata per sempre. Sarebbe troppo semplice dare la colpa ad analisi non fatte, perche cosi non e’stato, o dire che non e’ stata curata dai migliori medici, erche anche questo non e’ vero. E’solo stata tanto sfortunata perche il primo tumore al seno all’età di 50 anni gia’ si e’ presentato come maligno. Non elenco i termini medici perche’ potrei annoiare i piu’ informati o spaventare chi ha oggi la stessa diagnosi e non voglio in quanto, come ho scritto all’ inizio, questa e’ una lettera di speranza.
La mia dolce mamma e’ stata sfortunata perche’ sin dall’ inizio sapevamo che sarebbe stata solo questione di tempo, che avrebbe dovuto affrontare la bestia ogni volta che si sarebbe presentata e così ha fatto e noi con lei ed il suo oncologo, il suo reparto di oncologia con lei. E’ stata una battaglia affrontata non sempre con il sorriso, alle volte con le lacrime, ma con la consapevolezza che se speranza ci fosse stata noi l’avremmo di volta in volta cavalcata fino all’ ultimo giorno.
E’ mancata nel reparto di oncologia dell’ ospedale di Ivrea, che consideravamo un pò casa nostra, si è addormentata poco per volta perchè le metastasi al cervello sono cosi e la cura arrivata dall’ America come sperimentazione era in ritardo di anni sulla sua malattia. Ma è questa la speranza di tutti noi ed e’ per questo che ho scritto, per dire grazie ai ricercatori che mi hanno dato 8 anni in più da vivere con lei e che daranno a molte altre figlie e figli innamorati anni e forse una vita intera con i loro cari.
Un grazie speciale a lei professor Veronesi che la mia mamma l’ha conosciuta e al dott. Bretti che ha lottato fino all’ultimo sperando di rubare ancora tempo a questa malattia.. GRAZIE a tutti perche sono sicura che è la qualità della vita che voi riuscite a dare ai malati il vero miracolo!
Silvia Rizzo