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Il gran cuore di Milano

La scelta del "Corriere della Sera" di affiancare la Fondazione Veronesi nella lotta al tumore al seno riporta all'identità della cittadinanza meneghina: sensibile, generosa ed efficiente

Il gran cuore di Milano

Il bello di avere tanti anni come me è di non avere più la paura di manifestare i propri sentimenti. Perciò dico con tutto il cuore: “Grazie, Corriere della Sera!” Ringrazio in nome delle donne, che potranno avere più speranze di guarire dal tumore del seno, in seguito all’iniziativa del Corriere di lanciare un progetto nuovissimo e generoso: devolvere una mensilità dei nuovi abbonamenti a sostegno di progetti di utilità sociale, scientifica o assistenziale. Il primo progetto di “Corriere sostiene” è a favore della Fondazione Umberto Veronesi, e in particolare del suo “Pink is Good”, per finanziare ricercatori che hanno deciso di dedicare la vita allo studio e alla cura del tumore del seno, per sconfiggerlo definitivamente.

Ogni anno in Italia quarantottomila donne si ammalano di tumore del seno, ma le cose sono molto cambiate dalla situazione che c’era quaranta o cinquant’anni fa. Com’è felicemente accaduto per la leucemia dei bambini, adesso la percentuale di guarigione dal tumore del seno va sempre crescendo, e si valuta che sia superiore all’85 per cento. Che differenza tra la situazione di oggi e quella degli anni Cinquanta, quando cominciai a lavorare all’Istituto dei Tumori di Milano! Fin dall’inizio provai un senso di ribellione profondissima contro la rassegnazione di medici e malati a un male che provocava grandi sofferenze. Gli interventi chirurgici salvavano al massimo un 40 per cento delle pazienti, e a un prezzo molto pesante sul piano fisico e psicologico, perché la mastectomia radicale era l’unico intervento praticato. Allora il concetto di prevenzione era sconosciuto, e le donne non controllavano il loro seno. 

La svolta è arrivata quando abbiamo dimostrato che le probabilità di guarigione, per questo tipo di tumore, è proporzionale alla tempestività della diagnosi. Una diagnosi che ora, con strumenti sempre più raffinati ed efficaci, è possibile fare quando il tumore è ancora così microscopico da poter essere rilevato solo con la mammografia, l’ecografia e la risonanza magnetica.  La sfida è ora di applicare queste tecniche diagnostiche alla totalità delle donne. È un sogno, ma vogliamo riuscirci, perché la ricerca scientifica ci ha rivelato in questi anni che se tutte le donne si facessero controllare, la guaribilità del tumore della mammella salirebbe al 99 per cento. Vorrebbe dire aver vinto la battaglia.

Va a onore del Corriere della Sera aver deciso di affiancare con i progetti di “Corriere Sostiene” questa ed altre battaglie di civiltà e umanità. E di riannodarsi - da grande quotidiano nazionale ma con profonde radici milanesi - a una Milano antica che davanti ai problemi si rimboccava le maniche. Fiera di poter fare qualcosa, e di lasciare per il futuro un segno positivo, si trattasse di elettricità, fabbriche, o buoni ospedali dove già si faceva ricerca e cura.  

Umberto Veronesi



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