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I cattivi esempi dalla "Festa del Cinema di Roma"

Sul manifesto della rassegna Virna Lisi compare tenendo in mano una sigaretta e una bevanda. Una scelta anacronistica: sigarette e alcol fanno male e gli effetti sono ormai noti a tutti

I cattivi esempi dalla "Festa del Cinema di Roma"

C’è stato un tempo in cui fumavo, e mi piaceva attribuire alla mia sigaretta lo stesso fascino di quella che Humphrey Bogart portava sghemba all’angolo della bocca. Poi ho smesso. Io sono contro tutti i proibizionismi, perché amo la libertà. Ma non c’è alcuna libertà nel farsi del male, e ci si consegna a un destino di sofferenza e di morte precoce. Le evidenze scientifiche dei danni provocati dal fumo non sono più in discussione. Anni fa ho sorriso vedendo alcuni film americani che erano stati «purgati» dalle immagini di fumo. L’effetto era abbastanza comico, con l’attore o l’attrice che tra due dita tenevano il nulla, o facevano scattare l’accendino per una sigaretta fantasma. Però, pur avendo sorriso di uno zelo un po’ ingenuo, ho riconosciuto che i censori di quelle immagini avevano ragione: fumare fa male, e non è proprio il caso che il cinema o la televisione fingano d’ignorare che mettere in scena attori che fumano è dare ai giovani un cattivo esempio e fornire ai meno giovani un incentivo a continuare.

Mi ha perciò colpito quello che mi ha scritto una signora romana, Silvia Capo: «Mi rivolgo a lei per esprimere il mio sconcerto nel vedere affissi, per tutta Roma, i manifesti pubblicitari del prossimo festival del cinema, raffiguranti la compianta Virna Lisi con sigaretta e un alcolico in mano. Ormai conosciamo tutti i danni provocati dal fumo e dall’abitudine al bere, e sappiamo altrettanto bene, dati epidemiologici alla mano, che queste scorrette abitudini sono addirittura molto più nocive per le donne che per gli uomini. Il mondo del cinema e della comunicazione in generale è ben cosciente del ruolo forte che può giocare nel favorire uno stile di vita sano, ed è stato richiamato più volte dal Ministero della Salute ad un atteggiamento responsabile. Allora mi chiedo, perché una scelta così inopportuna?».  

Me lo chiedo anch’io, tanto più che il nuovo direttore della rassegna, Antonio Monda, considerando inflazionati i festival, ha deciso di cambiare il nome a quello di Roma, chiamandolo «Festa», in ricordo del carattere di gioia e di aggregazione con cui nacque dieci anni fa. Ma una festa, per essere tale, non deve inviare pericolosi messaggi subliminali. Sarebbe così se un’immagine celebrasse l’ebbrezza della velocità eccessiva che fa volare una moto, ed è così quando per rappresentare la gioia e per celebrare il cinema si sceglie, tra le tante meravigliose immagini di Virna Lisi, proprio quella che la ritrae così. Immagine bellissima: gambe stupende in primo piano e  un casto golfino di colore scuro, da cui spunta come un fiore il fascino elegante del suo viso sotto i capelli biondi. Purtroppo, ci sono anche una sigaretta e un bicchiere di alcol. 

A chi ha dato una scorsa alle notizie di cronaca uscite a dicembre scorso, quando l’attrice è morta per un tumore al polmone - ma, misericordiosamente, si è spenta nel sonno - non può essere sfuggita l’annotazione che Virna Lisi fumava tanto, fumava troppo. Sembra impietoso ricordarlo, ma se può mettere in guardia contro altre tragedie, penso che lei sarebbe  d’accordo. Artista di fama internazionale, recitò con gli attori più celebri ed ebbe innumerevoli premi, ma «ricomprò» il contratto miliardario che la legava ad Hollywood, perché voleva tornare a Roma da suo marito e dal suo bambino. Aveva un’essenza femminile solida e profonda, e seppe invecchiare bene e con semplicità, che è una delle cose più difficili da fare. Quando se n’è andata, non nascondeva i suoi 78 anni, ed era felice di essere nonna. 

Umberto Veronesi



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