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Finalmente è arrivata l’era delle donne

Roberta Chersevani è il primo presidente in "rosa" della Federazione Nazionale dell'Ordine dei Medici (Fnomceo). È stata una pioniera nel campo della diagnostica per immagini dei tumori al seno

Finalmente è arrivata l’era delle donne

Era ora. Finalmente per la prima volta la federazione degli Ordini dei medici ha un presidente donna, la triestina Roberta Chersevani, che viene da una lunga carriera di radiologa e di senologa e dalla presidenza dell’Ordine dei medici di Gorizia per tre mandati consecutivi. Nel mondo della diagnostica per immagini, e in particolare della diagnostica senologica, tutti conoscono la qualità del suo lavoro scientifico, caratterizzato da numerose pubblicazioni, traduzioni, e partecipazione alla stesura di capitoli di testi concernenti la diagnostica mammaria, mentre sono tanti gli allievi italiani e stranieri che la ricordano come docente alla  Scuola italiana di Senologia di Orta San Giulio, che io dirigo, e alla International Breast Ultrasound School, che promuove, in campo internazionale, l’insegnamento dell’ecografia mammaria, correlata alle altre metodiche diagnostiche. 

Quindi, benvenuta Roberta Chersevani alla guida dei quattrocentomila medici italiani. Perché essere donna ed essere arrivata a rappresentare il vertice della professione medica è paradigmatico del cambiamento cui abbiamo assistito negli ultimi decenni, una vera e propria rivoluzione: attualmente il 70 per cento degli iscritti a Medicina sono studentesse, e si prevede  che nel 2024 possa addirittura avvenire il «sorpasso», con più donne che uomini in camice bianco. Nonostante  alcuni irriducibili maschilisti parlino con tono deprecatorio di una «femminilizzazione» della professione medica, io penso che il lavoro di medico e di ricercatore sul campo abbia tutto da guadagnare dall’apporto delle donne. E non posso non criticare il fatto che per il momento siano ancora molto poche le posizioni di responsabilità, con solo un 14 per cento di primarie e un 9 per cento di direttrici generali delle aziende ospedaliere. 

Se saluto con gioia la nomina di Chersevani è perché credo fermamente nella qualità del lavoro e della presenza delle donne, e mi auguro che finalmente arrivino ai vertici della nostra società, in tutti i campi, figure più ricche e più complete, che possono dare un contributo sostanziale finora quasi ignorato, e solo parzialmente valorizzato. Sia la professione medica sia altre professioni (penso, per esempio, al lavoro di magistrato) si avvantaggeranno della motivazione che caratterizza il lavoro delle donne e per l’attaccamento all’istituzione che rappresentano. Se una donna si impegna per un qualsiasi ente (azienda o istituto pubblico) o tanto più per un causa che sente propria, ne applica con costanza e intelligenza i princìpi, con una capacità di sacrificio personale che presso gli uomini sta diventando invece meno presente.

Le donne meritano di occupare posizioni di responsabilità. A mio giudizio, è ora di uscire da una situazione in cui molte donne rimangono confinate entro i limiti di «numero 2», ombre preziose e rassicuranti che non di rado favoriscono e facilitano il lavoro del «capo», il quale non le vive come concorrenti, e  sa di poterne impunemente sfruttarne le competenze. Non vorrei ridurre tutto il complesso e delicato argomento a un discorso sulle beghe di carriera, ma non posso ignorare la protesta più diffusa tra le colleghe: «Devo lavorare per quattro per dimostrare che valgo uno», protesta che dipinge una situazione ingiusta e ancora discriminante.

Nella sua biografia, Rita Levi Montalcini racconta che quando s’iscrisse a Medicina all’università di Torino le ragazze erano soltanto due – lei e sua cugina -  e sembrava una cosa inaudita questa invasione di un campo  tradizionalmente maschile. Poi è arrivato il cambiamento, ma non tutte le resistenze sono state sconfitte. Io però credo abbastanza vicino il tempo in cui le donne non avranno da dimostrare niente a nessuno, se non a se stesse.

Lo dico ormai da diversi anni: è in arrivo l’era della donna. Già è in atto una rivoluzione silente e progressiva che non trasformerà la realtà da un giorno all’altro in modo traumatico, ma la farà evolvere lentamente. Erri de Luca ha giustamente scritto che agli uomini servono occasioni speciali per mostrare il loro valore. Le donne invece riescono a farlo di continuo. Sono valorose nella normalità. 

Umberto Veronesi

 



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