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Dico ai politici: o la borsa o la vita

La ricerca scientifica è un lusso, in tempi di crisi? La ricerca è uno spreco di risorse? Sul versante Italia, sembrerebbe proprio di sì, a giudicare dal fatto che nessuno – dico nessuno -  dei partiti in lizza per le prossime elezioni ha riservato la minima attenzione alla ricerca scientifica, che in pratica coincide con il futuro di una nazione. Proprio in questi giorni oltre duemila docenti e ricercatori, affiancati dai presidenti dei maggiori istituti scientifici, hanno firmato un appello perché si dia respiro alla ricerca innalzando dall’1.21 all’1,91 percento del Pil la quota ad essa dedicata, e chiedendo ai politici un impegno in questo senso.

Dico ai politici: o la borsa o la vita

La ricerca scientifica è un lusso, in tempi di crisi? La ricerca è uno spreco di risorse? Sul versante Italia, sembrerebbe proprio di sì, a giudicare dal fatto che nessuno – dico nessuno -  dei partiti in lizza per le prossime elezioni ha riservato la minima attenzione alla ricerca scientifica, che in pratica coincide con il futuro di una nazione. Proprio in questi giorni oltre duemila docenti e ricercatori, affiancati dai presidenti dei maggiori istituti scientifici, hanno firmato un appello perché si dia respiro alla ricerca innalzando dall’1.21 all’1,91 percento del Pil la quota ad essa dedicata, e chiedendo ai politici un impegno in questo senso.

Temo molto che come tanti altri appelli del genere, anche questo cadrà nel vuoto, e che i nostri giovani più brillanti continueranno a scegliere la via dell’estero. Tristemente, non mi meraviglio che si preveda un forte astensionismo dei giovani nelle prossime elezioni, perché qualunque partito, impegnato a ritagliare spazi e separé nella casa di oggi, sembra minimamente pensare alla casa di domani, dove i giovani – non noi – dovranno vivere e realizzarsi. Ma la differenza che passa tra un uomo di Stato e un leader «di giornata»  è proprio la capacità di progettare un futuro civile e intelligente, egualitario nel fornire opportunità.

E’ questo che dobbiamo chiedere ai partiti politici. Dobbiamo impegnarci tutti per favorire un cambiamento di rotta, perché è la ricerca a creare ricchezza e posti di lavoro. Dobbiamo avvicinare tutti a questa idea, altrimenti continueremo ad avere in patria i laureati che si considerano fortunati a fare gli schiavi dei call center, e continueremo a spingere verso l’estero chi non si rassegna a questa sorte. Per una Fabiola Gianotti che collabora alla scoperta del Bosone di Higgs e conquista la copertina di Time, quanti naufragi della speranza? Eppure (penso agli eccellenti istituti scientifici e tecnologici di Trieste, Pisa, Genova, e anche di Napoli e di Taranto) la felice esperienza degli ultimi anni sta dimostrando che si possono assumere e far lavorare migliaia di ricercatori, e che gli investimenti iniziali vengono presto ripagati da una messe di brevetti ricercatissimi dall’industria italiana e estera. Quindi mi sento d’intimare ai partiti politici il classico «O la borsa, o la vita», nel senso che se si vuole garantire la vita del nostro Paese, bisogna assolutamente allargare i finanziamenti alla ricerca. Qualcuno si sente di prometterlo, e non in modo elettorale?

Umberto Veronesi



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