Un libro dedicato ai ragazzi che si ammalano di cancro
In «Non c’è un perché - Ammalarsi di tumore in adolescenza» l’oncologo Andrea Ferrari racconta l’unicità di questi pazienti e le urgenze da affrontare per vincere assieme questa grande sfida
La domanda è una delle prime che rivolge ognuno dei circa ottocento adolescenti che annualmente s’ammalano di cancro. «Dottore, perché proprio a me?». Quello è il momento più delicato per un oncologo pediatra, la cui gestione è più complessa rispetto alle fasi della diagnosi. Perché se di fronte all’ineluttabilità della scienza c’è soltanto da prendere atto e mettere in campo le strategie disponibili (terapie), al cospetto dell’emotività di un ragazzino occorre calibrare una risposta su misura. Come racconta Andrea Ferrari in «Non c’è un perché - Ammalarsi di cancro in adolescenza» (261 pagine, 30 euro, Franco Angeli Editore), succede che un ragazzo che s’appresta a dare il suo primo bacio si ritrovi con una flebo nel braccio. Oppure, se più grande, che inverta l’ordine delle priorità tra gli esami di maturità e quelli del sangue.
Difficile allora dargli una spiegazione accettabile, se non squadernando un armamentario di soluzioni che vanno oltre la prassi medica. Amore, solidarietà, speranza, energia: un medico che cura i bambini ammalati di tumore deve saper tirare fuori queste soluzioni dal cassetto, non soltanto i farmaci o il bisturi. Ferrari lo sa bene, perché da quasi vent’anni lavora all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, nel reparto di pediatria oncologica. Qui ha deciso di prendersi cura degli adolescenti col cancro, coinvolgendoli (quando possibile) in attività ludiche e rendendo la struttura un modello per il resto del Paese. Questa è l’estrema sintesi di ciò che le famiglie che hanno vissuto una simile esperienza e gli adolescenti chiamano con due sole parole: «Progetto Giovani».
Il libro - la cui prefazione è firmata da Beatrice Lorenzin - è un viaggio nei luoghi di cura di questi ragazzi, che non sono ancora quello che dovrebbero essere. Ferrari, portando a conoscenza le loro storie, descrive minuziosamente le esigenze di una categoria di pazienti che definire «speciali» è il minimo. L’aggettivo s’abbina tanto agli aspetti clinici quanto a quelli psicologici. Gli adolescenti sono unici e come tali dovrebbero essere curati in spazi creati su misura per loro. Cosa che, al momento, in Italia accade però soltanto in due centri: l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano. Da qui la necessità di sollevare il problema, la cui risoluzione per Ferrari è divenuta ormai una questione improcrastinabile. C’è poi da mettersi nella testa di un ragazzo che si sente dire da un adulto ciò a cui mai aveva pensato prima: «Hai un tumore maligno». Quando uno tsunami s’abbatte sulla vita normale e ambiziosa di un adolescente, sono diverse le cautele da adottare. Spazio alle cure migliori, dunque, ma pure a una umanità che troppo spesso sfugge dalle corsie dei reparti per adulti. No, questo con i ragazzi ammalati di cancro non ce lo si può affatto permettere. Servono colori, energia, voglia di dialogare, quel pizzico di sana spensieratezza che aiuta a vedere un domani dopo la malattia. Occorre alimentarsi di bellezza, per lasciare spazio alla speranza.
Guarire dal cancro è possibile, soprattutto in questa età. Non a caso l’obiettivo dell’oncologia medica è poter trasferire all’ambito dell’adulto i successi terapeutici conseguiti negli ultimi trent’anni da chi ha sempre lavorato per la salvare la vita dei bambini. Il messaggio Ferrari lo fa emergere attraverso i pensieri di chi è passato dal calvario della malattia e dalle corsie del reparto in cui lavora. Sono parole che portano via anche qualche lacrima, quelle di Camilla, Martina, Matteo, Francesco e Samuele. Ma sono lacrime necessarie e propedeutiche, se l’obiettivo è provare a vincere una grande sfida: far sparire il cancro dal corpo di un adolescente. Ferrari ci insegna che c’è bisogno di tutti, per aggiudicarsi la partita.
NON C’E' UN PERCHE' - AMMALARSI DI TUMORE IN ADOLESCENZA
Andrea Ferrari
Franco Angeli Editore, 261 pagine, 30 euro
Fabio Di Todaro
@fabioditodaro