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«Le mie amiche streghe» e le mamme anti-scienza

Il primo romanzo di Silvia Bencivelli ci fa comprendere la complessità delle scienze cognitive

«Le mie amiche streghe» e le mamme anti-scienza

Cosa è accaduto alle amiche di Alice, la protagonista di «Le mie amiche streghe», romanzo d’esordio della giornalista scientifica Silvia Bencivelli? Quella incinta fa le capriole in mare per far girare il bambino podalico ed evitare a tutti i costi un «innaturale» parto cesareo, mentre l’amica anestesista cura la sua famiglia anche con l’omeopatia. Sembra che di colpo si siano trasformate in «streghe» pronte a credere a superstizioni medioevali. Alice, invece, nella quale si intravedono molte caratteristiche autobiografiche dell’autrice, diventa la portavoce dell’incredulità che l’uomo razionale comune esterna di fronte a queste cose, credendosi immune.


Ma la realtà è davvero così: bianca o nera? Il mondo si divide davvero in streghe e scienziati? No, e lo scoprirà Alice stessa quando un tutto sommato banale intervento chirurgico all’occhio per correggere un piccolo difetto visivo, scoprirà il vaso di Pandora delle paure irrazionali che albergano dentro ognuno di noi. Le scienze cognitive, del resto, ce l’hanno rivelato da tempo. La razionalità e il pensiero analitico sono una sovrastruttura del nostro cervello, molto più lenta di altre modalità con cui la mente interpreta il mondo e prende decisioni: come il pensiero magico e superstizioso, sempre accucciato nell’ombra pronto a saltare fuori quando siamo più vulnerabili e abbiamo bisogno di conforto e certezze. Alice si scopre così molto più simile alle sue amiche streghe di quanto non pensi, ma con una, fondamentale, differenza. Ne raggiunge la consapevolezza, forse l’unico strumento che ci permette di non cadere negli eccessi: una razionalità inumana e a tratti arrogante o, di contro, una cieca creduloneria.


Un saggio mascherato da romanzo o un romanzo che strizza l’occhio alla saggistica? Forse nessuna delle due cose, ma il risultato è piacevole e godibile, grazie allo stile ironico e tratti tagliente dell’autrice, unite a una profonda umanità dei personaggi, in cui è naturale immedesimarsi. Uno dei pochi libri sul tema che riuscirebbe a mettere d’accordo il lettore più scettico, nel senso galileiano del termine, e quello più aperto a visioni alternative.

 

LE MIE AMICHE STREGHE

Silvia Bencivelli

Einaudi, 184 pagine, 17 euro

 

Chiara Segré



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