La gioia di diventare mamme dopo il cancro
In «Un giorno saprai» le storie di chi ha lottato per diventare genitore, guardando oltre la malattia
Diventare mamme dopo il cancro è possibile ed è un risultato che, oltre a rappresentare un successo per la scienza, aiuta le ragazze e le donne più giovani che scoprono di avere un tumore a mantenere una progettualità prima quasi del tutto inesistente.
Oggi l'opportunità - anche se con la ormai abituale disomogeneità sul territorio nazionale - viene concessa a quasi tutte le cinquemila donne che ogni anno scoprono di avere un cancro in età fertile. Per chi riesce a portare a termine la gravidanza, uno dei momenti più intensi sarà rappresentato dalla condivisione di questa esperienza con il proprio figlio (o figlia).
D'aiuto, in questo senso, è Un giorno saprai» (Carthusia), una raccolta di novelle scritte da Manuela Jael Procaccia e illustrate da Monica Zani con l'obiettivo di spiegare anche ai più piccoli quale impatto possa avere una malattia oncologica in giovane età. Lo scopo - giusto per dovere di cronaca: anche diventare papà dopo un cancro è possibile - è raggiunto grazie a quattro storie vere, trasformate dalle autrici in racconti illustrati. Le protagoniste sono altrettante giovani donne, supportate lungo il percorso delle cure oncologiche dai rispettivi specialisti: Sara (con Paola Queirolo), Manuela (con Saverio Cinieri) e Sofia (con Raffaella Fabbri). La quarta vicenda descritta è quella di Chiara, una donna (con due figli) che invece ha dovuto «accompagnare» il marito nella sua lotta, poi persa, contro un tumore del polmone.
Ognuna di loro, in un domani più o meno lontano, dovrà confrontarsi con i propri figli su un passato vissuto sull'altalena: il dolore della malattia, la gioia della gravidanza, la necessità di dover portare avanti una famiglia dopo un lutto. Vivo è ancora l'interesse attorno alla storia di Sofia, che partorirà ad agosto: sarà lei la prima ex paziente oncologica a dare alla luce un figlio in seguito al reimpianto di tessuto ovarico congelato.
«Un giorno saprai», pubblicato da Carthusia (che nel 2015 aveva pubblicato «Il viaggio della regina», per aiutare gli adulti a raccontare la malattia oncologica ai propri figli) con il contributo dell'associazione Walce onlus (donne contro il tumore del polmone in Europa), è un'opera profonda, ma scritta in maniera da poter essere condivisa sul divano (o sotto l'ombrellone) con un figlio (dai sei anni in su). Le storie di donne e uomini coraggiose sono la chiave per spiegare a un bambino il cammino della vita che si rinnova, anche di fronte a ostacoli e avversità.
Oggi diventare genitori dopo il cancro è possibile, ma ancora in troppi ospedali questo messaggio non viene diffuso o fatica a farsi largo tra i pazienti. Ecco perché la diffusione di questo libro sarebbe opportuna nei day hospital oncologici e nelle scuole secondarie. Così, se l'informazione non dovesse giungere dagli specialisti, potranno essere i ragazzi a portare a casa un messaggio di speranza più forte di qualsiasi tumore.
UN GIORNO SAPRAI
Manuel Jael Procaccia e Monica Zani
Carthusia, 62 pagine, 16,9 euro
Fabio Di Todaro