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Regeni: ricerca, etica e responsabilità di Cambridge

Chi autorizza le ricerche sul campo nelle scienze umane? Una riflessione dal caso di Giulio Regeni

Regeni: ricerca, etica e responsabilità di Cambridge

di Sergio Della Sala e Roberto Cubelli *

Il 25 gennaio 2016 Giulio Regeni, dottorando in Studi Politici e Internazionali all’Università di Cambridge, è stato torturato e ucciso in Egitto, dove conduceva la sua ricerca sull’organizzazione dei locali sindacati indipendenti. È notizia di questi giorni che la Procura di Roma ritiene che ufficiali del Dipartimento di Sicurezza del Cairo siano responsabili delle sue sevizie e della sua morte. 

È stata anche fatta menzione del ruolo avuto nella vicenda dalla supervisor di Regeni a Cambridge, Dr Maha Abdelrahman, che avrebbe non aiutato o addirittura ostacolato le indagini. Il punto che non è però mai emerso è quale organo istituzionale o accademico abbia autorizzato la ricerca e abbia valutato i rischi per il ricercatore. Ne abbiamo parlato in un articolo su The Future of Science and Ethics, la rivista di etica della scienza della Fondazione Umberto Veronesi (Cubelli e Della Sala, vol.2, n. 1, pp. 138-143, 2017). Data la prassi comune nel caso di ricerche sociologiche nutriamo dubbi che sia stato consultato un comitato etico indipendente che, fra i vari compiti, si occupa di salvaguardare il benessere dei ricercatori che conducono uno specifico studio. Compito di un comitato etico è quello di valutare i possibili rischi e accertare se sono sufficienti le misure di prevenzione e quelle per far fronte alle avversità e alle situazioni di emergenza.


L’intervento di un comitato etico avrebbe potuto aiutare Regeni e la sua supervisor a riflettere sulle necessarie precauzioni, a esplicitare le linee di condotta, a indicare i contatti locali e a documentare la disponibilità e le garanzie ricevute in loco. L’autorizzazione del comitato etico forse non avrebbe salvato Regeni, ma avrebbe ridotto i rischi o semplicemente reso Regeni più accorto. In ogni caso la decisione di avviare la ricerca sarebbe stata presa da terzi e non affidata al ricercatore e al suo supervisor, che oggettivamente (per la passione e gli interessi di ricerca) non potevano essere sufficientemente lucidi e imparziali per una valutazione equilibrata e distaccata. Qualora le riflessioni e soluzioni proposte dal ricercatore e dalla sua supervisor fossero apparse al comitato etico insufficienti o non convincenti, la ricerca non sarebbe stata autorizzata e il destino di Regeni sarebbe stato diverso. Se il permesso a condurre la ricerca e la certificazione dell’assenza o del controllo dei rischi fossero stati dati solo dalla supervisor dello studente o da suoi diretti colleghi, in assenza di un parere esterno e indipendente, ci troveremmo di fronte a un evidente conflitto d’interesse, che ha portato a conseguenze tragiche.


Saperlo non è solo un elemento potenzialmente utile alle indagini in corso, ma ci insegnerebbe ad evitare che simili conflitti di competenza inficino ricerche future e mettano a repentaglio la sicurezza dei ricercatori sul campo. Un ateneo ha la responsabilità oggettiva della sicurezza dei suoi studenti. Le procedure usate per autorizzare le ricerche devono prevedere una attenta valutazione dei rischi fisici, psicologici, economici, morali, a cui sono sottoposti sia i partecipanti che i ricercatori. Quali sono le procedure di valutazione e controllo che l'Università di Cambridge ha adottato in questa occasione?


Oggi le leggi in Italia e in Europa impongono il parere preliminare e vincolante dei comitati etici indipendenti solo per la sperimentazione animale e per le ricerche cliniche e farmacologiche, non per le ricerche non cliniche con l’essere umano. L’assassinio di Giulio Regeni insegna che ogni progetto di ricerca deve acquisire l’autorizzazione obbligatoria da parte di un comitato etico indipendente.


Auspichiamo interventi legislativi che introducano i comitati etici anche per le ricerche in ambito psicologico e socio-economico.

 

*Sergio Della Sala - Human Cognitive Neuroscience, Psychology, University of Edinburgh

Roberto Cubelli - Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive, Università di Trento 

 

Nella foto, una manifestazione per Giulio Regeni nella città di Cambridge nel 2017 (di Alisdare Hickson., CC BY-SA 2.0)



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