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Perchè in Italia del fine vita si occupano i tribunali?

La vicenda di Marco Cappato e la morte di DJ Fabo mostra come fine vita e diritti dei malati restino materia per giudici più che per politici e opinione pubblica

Perchè in Italia del fine vita si occupano i tribunali?

Il primo caso riguarda la morte DJ Fabo, avvenuta lo scorso 27 febbraio in una clinica svizzera. Martedì scorso la procura di Milano ha deciso di formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio per Marco Cappato con la duplice accusa di avere aiutato DJ Fabo a suicidarsi e di averne rafforzato il proposito in tale senso. Questa decisione del Gip contrasta con quella precedente presa dalla procura, la quale aveva inizialmente prosciolto Cappato osservando che “le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile o indegna dal malato stesso”.

Ora la decisione se procedere con il processo sarà presa da un Gip differente in un’udienza fissata per questa settimana. A prescindere dai risvolti giudiziari del caso, la decisione della procura di Milano sottolinea ancora una volta come nel nostro Paese, in assenza di una buona legge del fine vita, la questione dei diritti dei malati sia ancora materia per giudici e tribunali invece che oggetto di un serio dibattito pubblico e politico. Sotto questo aspetto, i vari trascorsi e il difficile percorso della legge sul biotestamento, approvata dalla Camera il 20 aprile 2017 e ora in attesa di essere discussa in Senato, non lasciano presagire grandi cambiamenti a breve e medio termine.



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