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L’epidemia di Xylella avanza minacciosa

Scienza, politica e opinione pubblica: quella degli ulivi pugliesi è una vicenda su cui riflettere

L’epidemia di Xylella avanza minacciosa

«Il ricorso -scrive nell’ordinanza del 18 luglio 2018 il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio - non è assistito da sufficienti profili di fondatezza. L’individuazione di tali misure, come il decreto in questione rientra nella discrezionalità tecnica dell’autorità amministrativa competente (in questo caso il Ministero alle politiche Agricole) sindacabile in sede giurisdizionale solo in caso di palesi illogicità e incongruenze nella fattispecie non ravvisabili». Il Tar del Lazio respinge così l’ennesimo tentativo di rinviare le decisioni urgenti che si dovevano prendere già tre anni fa sull’emergenza Xylella in Puglia.

Il Tar era stato chiamato a valutare l’opportunità del cosiddetto Decreto Martina (giudicato così non illogico) che prevede l’uso di vari tipi di insetticidi per tentare di contenere la popolazione di insetti vettori del patogeno da quarantena Xylella fastidiosa. Il principale di questi insetti vettori va sotto il nomignolo di “sputacchina”, ossia Philaenus spumarius.


Tra i ricorrenti anti-trattamenti anche il Comune di Cisternino. Strano che il Comune di Cisternino che si oppone all’uso di insetticidi in aperta campagna tanto da far ricorso al TAR, poi usi altri insetticidi all’interno del suo stesso centro abitato esattamente come fanno tutti gli altri comuni (non solo pugliesi) a più riprese durante la stagione in cui le zanzare o gli scarafaggi proliferano. Io stesso ero a Monopoli a maggio scorso e nella notte ci è stato raccomandato di non aprire le finestre per un analogo trattamento sanitario. Insomma non sembra strano che il TAR abbia rigettato questi ricorsi che appaiono solo strumentali a rinviare le necessarie (quanto dolorose e penose) misure per contenere l’epidemia di Xylella che è la più grave emergenza fitosanitaria Europea.


Lo stesso Ministro dell’Agricoltura Centinaio (Lega) ha condiviso le iniziative del suo predecessore Martina (Pd) e del governatore pugliese Emiliano (un tempo Pd) oltre che le convinzioni di buona parte degli esponenti del Movimento cinque stelle (tra cui la vice-presidente della Commissione agricoltura del Senato, la Senatrice Fattori) che convergono nell’individuare in Xylella fastidiosa il patogeno responsabile dell’epidemia. Ma nonostante ciò esiste una schiera variegata e martellante di negazionisti che con vari accenti mira a non far nulla di concreto contro l’avanza dell’epidemia. Negazionisti contro cui si è schierato il Ministro Centinaio che ha dichiarato: “Io non credo ai negazionisti, perché se devo star qui a pensare che la Xylella sia una fake news, allora devo credere anche che Gesù è morto di freddo, oppure che Elvis Presley e Marilyn Monroe sono ancora vivi, o che Jim Morrison non è morto a Parigi. E di conseguenza a queste cose non credo, credo alla Scienza, credo soprattutto a quello che vedo e credo al fatto che se non interrompiamo l’avanzata della Xylella ci ritroveremo che i vivaisti italiani avranno seri problemi ad esportare le piante italiane e ci troveremo che tra meno di un anno avremo gli agricoltori della zona di Bari che non avranno più gli ulivi per poter produrre l’olio della Puglia.” (intervista su Il Quotidiano di Puglia, 19 luglio 2018).

Ma questi negazionisti hanno sponde parlamentari in una frangia del M5S che hanno invocato, il 28 giugno, un’anacronistica Commissione d’inchiesta sulla Xylella (Documento XXII n.6) all’evidente fine di sospendere ogni intervento di cura per l’intera legislatura appena iniziata. Il testo di detta proposta di Commissione parlamentare a prima firma del Senatore M5S De Bonis saccheggia a piene mani da un lato le ipotesi mai validate da ormai tre anni della Procura della Repubblica di Lecce che ha sequestrato gli ulivi infetti da abbattere, e dall’altro le tesi cartesiane su cui si sono avvinghiati come ad un estrema zattera di salvataggio i giornalisti de Il Fatto Quotidiano. Facile prevedere che la Commissione d’inchiesta non vedrà la luce e che anzi si avrà una repentina accelerazione delle misure d’intervento sugli ulivi delle zone infette.

La sintesi di questa incredibile serie di ritardi e di pressapochismo para-scientifico l’ha fatta il 18 luglio 2018 Super Quark con un encomiabile servizio che mette in fila la serie di errori commessi e incita a dar retta a chi ha sempre visto giusto e non ha mai cambiato opinione ossia gli scienziati baresi e gli imprenditori salentini riuniti ne «La Voce dell’Ulivo». Questi ritardi e pseudo-ambientalismo hanno già causato la perdita di migliaia di posti di lavoro e la progressione dell’epidemia che sta risalendo verso nord la Puglia alla velocità di circa 30 chilometri l’anno. Il tempo è venuto per decidere, senza rinvii, senza tentennamenti, senza voler credere a cure miracolose. La ricerca scientifica nazionale ed internazionale, la rivista Nature, l’Agenzia per la sicurezza alimentare europea (Efsa) e la commissione Europea dicono tutti la stessa cosa. E gli imprenditori responsabili sanno che non c’è più tempo. Anche la politica attorno a fatti scientificamente documentati ha superato le sue divisioni partitiche preconcette. Ora l’epidemia va fermata. Prima che il Salento diventi una landa arida e desolata.



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