La fandonia della fragola-pesce OGM
OGM: tutte le bufale che circolano in rete
Il volto è corrugato, l’espressione grave, l’argomento impegnativo, ma Mario Capanna mostra di conoscere gli OGM come se stesse parlando dei gruppuscoli della sinistra extraparlamentare in cui ha militato per tanti anni fino a diventare poi il segretario del partito di Democrazia Proletaria. Ora a oltre quarant’anni dalle barricate del ’68 milanese, l’onorevole pensionato trova nuovo vigore dalle battaglie anti-OGM. Consultato come esperto non esita ad usare come primo esempio, esplicativo di che nefandezza siano gli OGM, quello della mitica fragola-pesce.
Sarebbe ingeneroso dargli la primogenitura su questo tema: la leggenda dell’esistenza della fragola pesce appare sul sito di COOP con un’immagine da università della grafica pubblicitaria dove chi guarda sente all’istante la propria lingua e palato trafitti dalle spine di pesce che emergono dalla spina dorsale di una fragola vigliacca e truffaldina.
La pubblicità di COOP affascina una generazione di cultori del tema OGM. Luca Giurato ne parla con convinzione in televisione, addirittura Giorgio Calabresi, ospite fisso nel salotto di Bruno Vespa e per anni rappresentante italiano presso l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (l’EFSA di Parma), cade in errore. In questo video https://www.youtube.com/watch?v=dsujjN4gIOc l’esperto nutrizionista in camice bianco fa addirittura nascere gli OGM con la fragola con un gene anti-gelo prelevato dal salmone, quindi la fragola-pesce metafora del peccato originale di questa tecnologia. Ora COOP ha ritirato dal suo sito la fragola con la lisca di pesce forse per l’imbarazzo di aver indotto in errore tanti ignari consumatori, ma non è stata solo colpa di COOP, anche il mitico Report della mitica Gabanelli aveva creduto a quella storia spiegando come il gene anti-gelo prelevato da un pesce artico conferiva alle fragole il gusto di glicole etilenico, ossia il normale liquido anticongelante dei radiatori delle nostre automobili. Insomma è difficile dire chi abbia iniziato, ma una volta messa in rete la notizia, questa è apparsa subito verosimile. Verosimile appunto, non vera.
Antonio Pascale, scrittore, ne ha parlato senza ambiguità e ne ha ricavato una mezza ammissione dalla replica del vecchio leader sessantottino, http://www.salmone.org/pascale-capanna-bufala-fragola-pesce/ . Da questa si può ricavare la fonte di un simile abbaglio collettivo: l’articolo scientifico di due ricercatori russi non descrive nessun frutto col gene anti-gelo, non dimostra che la trasformazione sia riuscita, non allude nemmeno al fatto che il gene che avrebbero voluto integrare sia entrato nella linea germinale e che sia possibile quindi generare una seconda pianta figlia col gene anti-gelo. Di sapore, colore, gusto o resistenza al freddo l’articolo non fa nemmeno finta di parlare. La mitica fragola-pesce comunque non ha mai visto lo scaffale di nessun negozio al mondo. Insomma un caso mediatico che ci ricorda come sia fondamentale risalire pazientemente alle fonti originali delle notizie invece di commentare i commenti di altri.
Tutti sanno che una replica rassicurante non rimargina il danno procurato da chi ha fragorosamente strillato un allarme. Per questo viene da domandarsi quale affidabilità abbiano i sondaggi sulla percezione degli OGM se il pubblico viene da anni sottoposto ad immagini ed argomentazioni soltanto verosimili? E come gli italiani potrebbero essere fiduciosi verso gli OGM se anche un comico di grande talento come Beppe Grillo ci spiega che “in quattro mesi sono morti 60 ragazzi” per shock anafilattico dovuto alla subdola assunzione di un pomodoro-merluzzo? Caro Bebbe, devi sapere che non è mai morto nessuno per aver mangiato un qualunque derivato di una pianta OGM e che quel pomodoro non è mai entrato nemmeno in commercio: la notizia basta cercarla in rete.
Certo Dario Bressanini, docente di chimica e blogger di cucina molecolare, ha ribattuto punto per punto a tutte queste “mezze verità”, ma sarà sufficiente? http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/02/dice-report/215103/ .
La buona notizia è forse questa. Gli italiani sottoposti ad una martellante pressione mediatica anti-OGM sono favorevoli al loro uso e consumo per il 35% secondo i dati di Eurobarometro o per il 25% secondo i dati della controparte, ossia Coldiretti. Il 25% sono i voti presi alle ultime politiche dal M5S: un dato per nulla trascurabile. Un simile dato è molto lusinghiero per un popolo che sente una volta l’anno la voce della ricerca e tutti i giorni quella della pubblicità. Un quarto di italiani che nuotano controcorrente fa sentire profumo di primavera.
Roberto Defez