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Vacciniamoci da chi vuole sfruttare la nostra sofferenza

Ci risiamo. I vaccini sono di nuovo sotto i riflettori. Non per le vite che hanno salvato ma per le polemiche scatenate dalla più recente psicosi mediatico-legale

Vacciniamoci da chi vuole sfruttare la nostra sofferenza

Ci risiamo. I vaccini sono di nuovo sotto i riflettori. Non per le vite che hanno salvato ma per le polemiche scatenate dalla più recente psicosi mediatico-legale. Il meccanismo è semplice ed è sempre il medesimo: catturo la fiducia di una persona disperata, mi propongo come alleato per superare insieme la sua difficoltà,  dopodiché raccolgo i frutti della gratitudine (in dollari, in euro o in rubli, è questione secondaria). Il nemico è fuori, è potente, è pervasivo e vuole screditarci perché noi siamo nel giusto e conosciamo la verità. Un guru troverà sempre convinti seguaci. Salvo poi un traumatico ritorno alla realtà. 

E questo vale per le cure contro il cancro, per le malattie genetiche o rare per le quali non vi è ancora una cura, per una malattia grave di un bambino, per l'autismo. Pensiamo a Stamina, ma potremmo andare a ritroso fino ai venditori nei mercati di paese di prodigiose lozioni per la caduta dei capelli.

Come ogni appassionato del metodo scientifico, coltivo il dubbio con accanita convinzione. Ma una cosa è coltivare il dubbio, altro è utilizzare il dubbio per creare psicosi collettive. Ciclicamente tornano alla ribalta i rischi dei vaccini. Non sono uno scienziato e non mi avventuro in un territorio che non è il mio. Ma sono un osservatore attento: il vaccino antipoliomielite ha salvato intere generazioni. La tubercolosi è stata cancellata nei Paesi avanzati, salvo poi vederla riaffacciare con le nuove dinamiche migratorie e con le nuove povertà. E chi è contrario alla vaccinazione contro il morbillo ricordi cosa è accaduto in Campania qualche anno fa con un numero di morti inconcepibile per un Paese civile. Occorre vigilare, sempre. Ma partendo dalle evidenze. Stanare chi somministra cure inefficaci spacciandole per panacee non è compito solo delle istituzioni, ma di ogni medico. Bene ha fatto il Ministro Beatrice Lorenzin a prendere una posizione netta contro notizie scientificamente infondate. E bene sta facendo il presidente della Società Italiana di Pediatria, Giovanni Corsello, a promuovere una divulgazione massiccia sull'importanza delle vaccinazioni.

Perché non c'è niente di più bieco dello sfruttare la fiducia malriposta da parte delle persone fragili. E le famiglie con un figlio autistico lo sono. Proprio oggi Papa Francesco dinanzi ai parlamentari ha ricordato "gli uomini di buone maniere e di cattive abitudini". Alcuni di essi hanno il camice bianco. L'autismo è un nemico contro il quale abbiamo ancora pochissime armi e ancor meno certezze. Una delle poche certezze sono le linee guida dell'Istituto Superiore di Sanità che individuano gli approcci terapeutici scientificamente validati. Ma continuano a proliferare le cure pseudo alternative, dall'approccio dietetico alle somministrazioni di gas. Conosco bene il dramma delle famiglie con un figlio autistico e la loro fragilità, il loro disperato bisogno di aggrapparsi a una speranza.


Qualche anno fa accompagnai la vice sindaco di Roma Capitale in visita al centro Una breccia nel muro, una struttura che propone un trattamento full immersion ai bambini autistici educando nel contempo le famiglie a gestire in proprio le attività di cura. Mentre, sulla soglia di una stanza di giochi ci raccontavano delle modalità di trattamento, sento afferrarmi il pollice. Era un bambino di tre anni che mi ha accompagnato nella stanza. La madre, vedendo, la scena, scoppiò in lacrime per la gioia e l'emozione. Era la prima forma di interazione attiva da parte del figlio. Un progresso straordinario. Frutto del lavoro della famiglia con i medici e con gli operatori e di un metodo scientificamente validato; frutto del connubio tra scienza e amore. Senza diete, senza gas, e senza guru.


Sono impaziente ma sono anche un inguaribile ottimista. E confido che questa ribalta mediatica del dramma dell'autismo spinga i decisori pubblici a riconoscere i trattamenti per l'autismo nel Servizio Sanitario in tutte le regioni. Sarebbe un bel gesto in vista della giornata mondiale contro l'autismo, il prossimo 2 aprile.

Marco Magheri



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