Se un'immagine vale più di mille tremori
Ottantamila italiani in età lavorativa ne sono affetti. Un gruppo di giovani creativi ci fa camminare nelle loro scarpe col progetto «Scattato con Parkinson»
«Prima di giudicare un uomo cammina per tre lune nelle sue scarpe», recita un proverbio indiano. È quello che hanno provato a fare alcuni studenti dell'Accademia di Comunicazione di Milano, interpretando con intuito e acume la richiesta di Parkinson Italia onlus attraverso il premio di creatività su temi sociali «Spot School Award», giunto alla quindicesima edizione.
Quando si sente parlare di morbo di Parkinson si pensa a una malattia dei vecchi. In realtà, stando ai dati di Parkinson Italia, non è così. La malattia colpisce il quattro per mille della popolazione dei Paesi industrializzati, ossia circa trecentomila persone in Italia, con un trend in aumento che potrebbe portare al raddoppio in quindici anni, ma va sottolineato che un paziente su quattro ha meno di cinquant’anni, uno su dieci ne ha meno di quaranta. Significa che almeno ottantamila malati sono in età lavorativa, con famiglia, figli in età scolare e, spesso, con già a carico uno o più anziani non autosufficienti.
Come raccontare a un distratto passante, a un telespettatore pantofolato o a un incallito smanettattore di smartphone il dramma di queste persone, facendocele apparire per quello che sono, immerse nella loro tremula quotidianità? I pubblicitari la chiamano «insight», la scintilla che ti porta a illuminare una storia, una dimensione, uno scenario con una sola immagine. Siamo bombardati da sollecitazioni promozionali, e allora, ecco la mossa di judo che utilizza la forza dell'antagonista per rivolgerla a proprio vantaggio. L'oggetto del culto consumistico per eccellenza del terzo millennio, sufficientemente snob da apparire irrinunciabile: lo smartphone. Il nuovo modello viene celebrato a suon di spot per la qualità e la definizione della camera fotografica. E allora ecco che i giovani creativi provano a far camminare per il tempo di uno scatto fotografico tutte le persone nelle scarpe di un malato di Parkinson. L'immagine è sfocata, mossa, tremula appunto. Un ricordo tremante, sfocato, mosso, immortalato probabilmente con uno smartphone che nulla può, come le attuali cure mediche, per arrestare il tremore.
«Scattato con Parkinson» è un piccolo cortocircuito tra ciò che desideriamo e ciò che ci fa paura. Tra le ali di un gabbiano in volo e un uomo o una donna che progressivamente perderanno la facoltà di camminare, parlare, nutrirsi, comprendere. L'istantanea di una malattia ancora senza cura e dall'origine ancora tutta da chiarire su cui dei giovani pubblicitari in erba cercano di attirare, con stile, l'attenzione di cittadini, operatori dell'informazione e istituzioni.
Marco Magheri
@marcomagheri