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Quando il medico sbaglia, chi paga?

È guerra a suon di spot tra chi esorta a fare causa per ogni presunto caso di malasanità e chi addita quanti speculano sul dolore delle persone

Quando il medico sbaglia, chi paga?

È guerra a suon di spot tra chi esorta a fare causa per ogni presunto caso di malasanità e chi addita quanti speculano sul dolore delle persone. Medici e avvocati l'un contro l'altro armati. Un altro episodio della mia soap opera preferita (l'unica che seguo con appassionata puntualità): Anche i medici piangono.

Sgombro subito il campo da qualsivoglia lettura partigiana: non sto né con i medici negligenti, né con gli avvocati avidi e rapaci... sto con i pazienti, quelli che si fidano di medici coscienziosi quanto non infallibili e con chi tutela i diritti di chi è vittima di un concreto caso di malasanità. Sto con gli avvocati che non si fermano di fronte a certi nomi blasonati della scienza e che non si lanciano in cause temerarie pur di assecondare il rancore di un cliente e la propria parcella. Ma in questa tenzone i medici cercano di mettere al riparo i propri beni dal rischio di pignoramenti...non si sa mai.

Le assicurazioni professionali hanno infinite clausole invalidanti, gli ospedali o le aziende sanitarie, pubbliche e private si rivalgono spesso sui medici dopo un richiesta di risarcimento da parte di un paziente. E allora che si fa? Ci si fa un bel trust, e i gioielli di famiglia, come pure case, auto e altri beni, diventano inviolabili.

Dal 1992 l'Italia ha recepito la Convenzione de L'Aja sulla legge applicabile al trust del 1985. Con un trust, di fatto assimilabile alla costituzione di un fondo, un disponente, nomina un trustee per l'esecuzione delle finalità del trust a favore di beneficiari ben distinti e individuati. In questo modo il disponente si spoglia dei beni continuando a mantenerne di fatto il godimento, trasferendoli, al termine del trust nella piena proprietà dei beneficiari. Sono sempre più numerosi i medici, soprattutto primari, che si rivolgono a un notaio per mettere i propri beni al riparo da richieste risarcitorie, il tutto a favore dei propri familiari e della propria serenità. E così "i medici non piangono più"... Con buona pace della mia soap opera preferita...almeno per la durata di qualche episodio.

Marco Magheri



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