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L'arrocco del potere

L'arrocco non è solo una mossa degli scacchi. La fanno anche i medici. Perché? E' la medicina difensiva

L'arrocco del potere

Nel gioco degli scacchi, esiste - dizionario alla mano - un "movimento che consiste nello spostare simultaneamente, secondo determinate regole, la torre e il re, per proteggere quest'ultimo più efficacemente". È’ l'arrocco: una soluzione un po' grossolana per cavarsi d'impaccio quando le sorti della partita volgono al peggio. Amo gli scacchi. Molto meno l'arrocco. Piuttosto che ricorrervi, perdo la partita. Ogni volta che a Roma percorro via del Corso o Corso Rinascimento o passeggio tra il Pantheon e la fontana dei fiumi di piazza Navona, le due file di transenne cementate davanti a Palazzo Madama e quelle attorno a Montecitorio e a Palazzo Chigi, mi fanno venire in mente gli scacchi e l'arroccarsi dei nostri rappresentanti, illiberamente eletti (vedere alla voce Porcellum). Aree della città eterna sempre più spesso sottratte alla collettività in occasione delle sedute d'Aula.

Delle mini aree rosse ad accesso consentito solo a parlamentari e giornalisti accreditati dai Palazzi. Un brutto segnale: il fallimento della fiducia e del principio della rappresentanza, la rottura dell'alleanza tra cittadini e istituzioni democratiche, pennellate con la vernice trasparente dei motivi di sicurezza. Un Paese in cui i rappresentanti si trincerano per mettersi al riparo dai rappresentati, ha qualcosa che non va. Ma non è solo tra le piazze più belle di Roma che penso all'arrocco.

Sullo scacchiere della nostra salute, parte un arrocco ogniqualvolta un medico, ragionando su una diagnosi o prescrivendo una terapia, si preoccupa prima di come giustificare e documentare di fronte a un magistrato le scelte operate che di tutto il resto, salute del paziente inclusa. I costi della medicina difensiva li conosciamo, approssimati per difetto, quelli delle piazze off  limits ai cittadini per "lavori in corso" (parlamentari o governativi, s' intende!), non hanno prezzo.

Marco Magheri

Mail marco.magheri@gmail.com



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