Il futuro -senza ospedali- mi interessa
Come sarà la sanità nel 2030? Il pronostico del World Economic Forum
"Il futuro mi interessa, è lì che passerò il resto della mia vita", diceva Groucho Marx. Anche a me il futuro interessa molto. È’ lì che dovrò mantenermi in salute, fare prevenzione ed essere curato. Ma come sarà il mio futuro di paziente? Sono impaziente di scoprirlo.
Fortuna che la stessa domanda se la sono posti al World Economic Forum, i cui esperti, guidati da Melanie Walker, hanno disegnato la sanità prossima ventura, proiettando quel che oggi è solo agli albori. Previsioni che possono sembrare quasi fantascienza, ma se guardiamo dietro di noi, appena qualche anno indietro, avevamo già segnali del futuro, anche se non eravamo ancora in grado di riconoscerli.
Pensiamo ai cellulari e alla loro evoluzione, con la capacità di trasmettere oggi una mole di informazioni inimmaginabili al tempo in cui somigliavano più a mattoni che ad apparecchi, pensiamo alla capacità di raccogliere dati e di renderli interconnessi con altre banche dati, pensiamo alle informazioni cliniche e al valore che hanno oggi per disegnare nuove soluzioni diagnostiche o terapeutiche. Melanie Walker, una neurologa, nel suo Rapporto, descrive la sanità del 2030 come il frutto della più straordinaria rivoluzione tecnologica che abbia mai investito il campo medico, grazie all'applicazione di tecnologie già oggi sviluppate in altri campi o in avanzata fase di sperimentazione.
I progressi della robotica nelle attività lavorative più pesanti e pericolose, unitamente allo sviluppo delle automobili senza conducente, oltre ai presidi per la sicurezza domestica, produrranno ad esempio una sensibile riduzione dei traumi e delle fratture. L'utilizzo di sensori indossabili con gli indumenti (una versione evoluta dei cardiofrequenzimetri che indossano anche i corridori più scalcinati) e la prospettiva di dispositivi intracranici, contribuiranno a prevenire e a individuare tempestivamente problemi cardiocircolatori che, ad oggi, rappresentano la prima causa di morte nei paesi avanzati.
La prospettiva più eclatante - tanto da dare il titolo all'intero Rapporto: "Healthcare in 2030: goodbye hospital, hello home-spital" - è tuttavia la scomparsa degli ospedali così come li conosciamo oggi, sostituiti da centri in cui il momento della diagnosi e della cura coincideranno, merito di scansioni corporee complete (combinando radiologia, risonanza magnetica e spettrografia, e senza più biopsie) e di interventi chirurgici con l'utilizzo di microrobot endovascolari guidati dai chirurghi.
Anche i trapianti saranno un ricordo grazie alla possibilità di stampare in 3d gli organi da sostituire, abbattendo peraltro tutte le possibili complicanze da rigetto, essendo il nuovo organo una copia sana di quello da sostituire. Tutto questo, chiaramente, riguarda la tecnologia, le capacità diagnostiche e le applicazioni terapeutiche.
Quanto invece attiene al futuro del nostro Servizio sanitario, i segnali attuali sono poco incoraggianti e il futuro dobbiamo costruirlo oggi stesso difendendo l'impianto universalistico del SSN dalle derive privatistiche, dalle svolte verso modelli basati su polizze assicurative, dall'incuria.