Corsia nostra: malavita organizzata, anticorruzione e strutture sanitarie
Riportare l'etica negli ospedali e nelle realtà assistenziali è una delle urgenze per il Paese
Il 17 febbraio 1992 i tg della sera diedero la notizia dell'arresto di uomo per una tangente intascata per appalti al Pio Albergo Trivulzio a Milano, una struttura sociosanitaria. Era l'alba di Mani Pulite. Oggi come allora è la sanità a muovere gli appetiti maggiori e non è un caso. Il 60-70 per cento dei bilanci regionali è dedicato al settore socio-sanitario. Dopo il Mose, Expo e Mafia Capitale, ecco Mafia Ospedale. I meccanismi, in fondo, sono sempre gli stessi, a qualsiasi latitudine dello Stivale. Cambiano, semmai, “i settori merceologici”. Ultimo, in ordine di tempo, l'episodio che ha come palcoscenico l'Azienda Ospedaliera di Caserta, con bandi e gare d'appalto confezionati dal clan dei casalesi per favorire amici e sodali, decidendo le carriere e le sorti professionali di medici e sanitari.
«In ospedale a Caserta comandava Franco Zagaria, che ogni mattina andava lì e decideva chi doveva ricoverarsi e chi no. Eppure il piano anticorruzione dell'ospedale di Caserta è lo stesso dell'ospedale di Cuneo», ha evidenziato il presidente dell'Autorità Nazionale Anti Corruzione, Raffaele Cantone, all'inaugurazione dell'anno accademico della Seconda Università di Napoli. L'Azienda per il momento è stata commissariata. Ma per curare le metastasi del malaffare nel suo organismo, questo non è che un palliativo.
Cosa fare per evitare che la tanto auspicata alleanza medico-paziente si trasformi in un'affiliazione medico-paziente e che la vita di reparti e presidi sanitari sia scandita da regolamenti di conti e dalle fortune dei capoclan? Anzitutto conoscere il fenomeno. Smettere di ignorarlo o di considerarlo endemico. Trasparenza dei processi, controllo di gestione e delle informazioni sono i punti di partenza. Occorre poi lavorare sul recupero della motivazione del personale medico e sanitario. Come propone l'Istituto per la promozione dell'etica in sanità, che il 25 marzo al Senato ha presentato alcuni strumenti per la prevenzione e il contrasto della corruzione in campo sanitario. L'incontro è stato aperto da una conversazione tra Gherardo Colombo, il magistrato del pool Mani pulite di Milano e Piero Badaloni, giornalista ed ex Presidente della Regione Lazio, sul tema della legalità e delle analogie tra i primi anni Novanta e i nostri giorni, gettando anche uno sguardo sul futuro.
Le iniziative legislative che dovevano essere una delle priorità di questa legislatura saranno approfondite dal relatore al Senato del disegno di legge proposto quasi due anni fa dalla seconda carica dello Stato, Piero Grasso, e ancora intrappolato negli iter parlamentari. La corruzione e la malasanità tuttavia non si risolvono con una nuova legge, si affrontano e si combattono riportando l'etica nei reparti ospedalieri, nelle scuole (una buona scuola è anche una scuola dove si insegna l'educazione civica), nelle strade.
Marco Magheri
@marcomagheri