Chiudi

Troppi o troppo pochi i medici ?

In Italia ci sono 4,2 medici per 1.000 abitanti, in Europa la media è di 3,2

Troppi o troppo pochi i medici ?

Anche  se  nel giugno 2013 il neo Ministro della Salute Lorenzin affermava che “Non è vero che ci sono troppi   medici …” i numeri parlano chiaro.

I  medici in attività in Italia   sono  circa 355.000 mentre  a parità di popolazione negli altri paesi ne bastano 200.000. Qui vi sono  4,2 medici per 1000 abitanti, altrove, in Europa,  la media  è di 3,2.

Tutto ciò  è il risultato delle iscrizioni in massa alle facoltà mediche degli  anni ‘70 e ‘80 al quale il governo aveva  cercato di porre un  freno con  l’introduzione del numero programmato. In prospettiva però l’attuale sovrabbondanza  di medici è destinata a ridursi. Da qui al 2020 è prevista una carenza di sanitari, molti andranno in pensione o cesseranno l’attività lavorativa: numerosi  posti si libereranno  e dovranno essere coperti.

Le istituzioni hanno il dovere di  gestire  il tutto governando al meglio l’accesso alle università e potenziando le scuole di specializzazione post laurea di cui ha bisogno il mercato. Attualmente mancano pediatri, mancano oncologi, alcune branche chirurgiche sono scoperte, in crisi i medici di famiglia, per dirne alcune.

Escludendo scelte attuate per il raggiungimento di una attività ritenuta redditizia, o per tradizione di famiglia, molti giovani intraprendono comunque questa strada perché fortemente motivati. La competenza scientifica e il rispetto per la persona vengono visti come nobili obiettivi di una vita professionale indipendentemente dalla precarietà del mercato. L’ideale di voler “fare del bene” rappresenta ancora una “cosa” in cui si può credere.

Tutti questi giovani spinti da nobili intenti vanno guardati con benevolenza. Vanno sì informati delle difficoltà  attuali di trovar lavoro, ma vanno lasciati lottare per il raggiungimento dei loro sani  obiettivi: i malati avranno in loro dei referenti di cui fidarsi!

Partecipare  alla medicina di gruppo, operare nel terzo settore, occuparsi di cronicità, impegnarsi nella divulgazione scientifica, lavorare nella industria farmaceutica, collaborare con colleghi di base possono essere alcune opzioni in attesa di tempi migliori.

Alberto Scanni



Commenti (0)

Torna a inizio pagina