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Sul pensionamento di primari e cattedratici

I medici e il pensionamento: resistere per rimanere o lasciare e trovare nuovi modi per essere utili?

Sul pensionamento di primari e cattedratici

Ho vissuto in prima persona il disagio di un chirurgo universitario che, da poco pensionato, non trova una struttura privata che lo ospiti per continuare la sua attività. La cosa lo rattrista profondamente al limite della depressione.

Arrivati a 70 anni, bisogna però avere il coraggio di lasciare (patetiche e inutili le battaglie e i ricorsi per rimanere) e non mi si dica che non vi è la possibilità di continuare a diffondere il proprio sapere al di fuori dei reparti e delle sale operatorie! Molte sono le occasioni: associazioni scientifiche, momenti culturali, impegno sociale, attività editoriali, contributi volontari nelle strutture sanitarie.

Inoltre, se un maestro ha operato bene e ha costruito un scuola (cosa che dovrebbe essere la normalità!) potrà sempre essere utile ai discepoli. Un bravo maestro è comunque colui che gestisce la fuoriuscita con anni di anticipo, creando percorsi e traguardi per i propri allievi e preparandosi alternative per quando lascerà l’incarico.

Ho presente la figura di un grande clinico dell'Università di Milano, scomparso da qualche anno, che pur novantenne continuava ad essere punto di riferimento culturale e di saggezza per molti medici! Penso che, al di là di un po’ di nostalgia, non abbia avuto alcuna remora a “lasciare”, certo che il suo sapere avrebbe continuato ad essere sfruttato! Per contro ricordo un primario chirurgo ospedaliero che pur di non “mollare” e rimanere in reparto riuscì a ottenere dalla amministrazione, anche se pensionato, una consulenza creando conflittualità col nuovo arrivato e disservizi nella routine: gli assistenti e gli infermieri non sapevano a chi ubbidire, i pazienti non capivano chi comandava.

Il voler difendere a spada tratta il posto di professore universitario e/o di primario suona dunque obsoleto anche se nutro per gli illustri clinici che cercano di resistere una profonda stima. La loro grandezza è però un po’ appannata da questo comportamento. Il loro sapere può continuare, basta volerlo: se si impegnano il loro contributo sarà sempre grande, anche da pensionati!



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