Pronto soccorso privati? Pensiamoci bene
La sanità pubblica va rafforzata, non fagocitata
Ora si parla anche di Pronti Soccorso privati (qualcuno è già in funzione) per urgenze di media entità e dietro pagamento. La domanda che viene fatto di porsi è: “A quando anche questi Pronti Soccorso privati, verranno accreditati e incorporati nel nostro sistema sanitario che li pagherà profumatamente per le prestazioni che lui non è in grado di offrire?”
La sanità privata si sta occupando di quello che la sanità pubblica non riesce a fare, e si “allarga” sempre più con la formula dell’accreditamento. Un meccanismo che, partito come sussidiario del pubblico, lo va lentamente e progressivamente fagocitando.
Oggi l’offerta di Pronti Soccorso privati convenzionati, domani di pacchetti assicurativi per prestazioni sanitarie! Accreditare troppo, senza pensare a tutelare al meglio l’esistente e correggerlo, significa accettare una logica perversa in cui un privato poco virtuoso diventa sempre più potente e intrigante.
Non si vuole qui demonizzarlo, ma va scelto e integrato con saggezza, riconoscendogli una funzione, ma evitando di considerarlo costante rimedio a qualsiasi inefficienze del sistema. Un sistema che comunque va sempre corretto e rafforzato nelle sue criticità e solo quando necessario cerca l’aiuto del privato.
Bisogna quindi invertire la rotta. E senza buttare il principio della sussidiarietà rivedere i criteri di accreditamento, dare maggiori finanziamenti al pubblico e fornirgli regole più semplici di gestione, semplificargli le procedure, non puntare più sulla concorrenza, ma lavorare per l’integrazione. L’obiettivo primario deve essere il rafforzamento del pubblico, il privato segue.