Perché servirebbe «volontarizzare» i medici
La generosità rimane determinante per un medico. «Donando» una parte del proprio lavoro, si potrebbe garantire una migliore assistenza ai pazienti
È vero, negli ospedali i carichi di lavoro sono tanti, il tempo a disposizione per visitare poco, l’organizzazione carente, gli organici scarsi, le pretese dei direttori generali esagerate, dei malati pure, i soldi pochi, i budget ridotti. In tutto questo bailamme cercare di lavorare bene diventa difficile, e soprattutto il dedicare tempo a parlare coi malati una pia illusione.
Belle le teorizzazioni dei manuali. Bisogna spiegare, bisogna raggiungere un rapporto empatico col paziente, bisogna ascoltare, bisogna accompagnare, bisogna porre attenzione anche ai problemi della famiglia. Tutte cose sacrosante e giuste, cose che molti medici vorrebbero fare. Ma la loro risposta è sempre quella: «Non ce la facciamo coi turni che abbiamo». Ma è proprio vero che non si può fare niente? Certo con gli orari che ci sono è praticamente impossibile. Ma al di fuori di questi, offrendo gratuitamente qualche ora in più? Sicuramente il problema resta, ma magari qualche paziente uscirebbe dai nostri ambulatori meno scontento, qualche altro si sentirebbe gratificato dalle parole del medico, qualche altro ancora sarebbe felice per essere stato ascoltato.
Si può fare, ma bisogna sposare una logica nuova, per chi, medico appieno, comprende che anche la generosità è una valenza determinante del proprio lavoro. Una valenza che fa superare gli orari sindacali e il tempo dell’orologio. Piccole donazioni di tempo dunque, senza nulla togliere alla famiglia e alle attività private: fare in altri termini un po’ di attività di volontariato nell’ambito della propria professione. Si dice che i volontari delle nostre corsie devono essere professionali: quindi formati, addestrati, acculturati. Forse è venuto il tempo che anche medici e infermieri, si «volontarizzino», percepiscano, in altri termini, come indispensabile il gesto gratuito per fare una buona medicina. La cosa non risolverà gli annosi problemi di cui sopra, ma oltre a testimoniare il valore di una professione, potrà comunque essere di aiuto. Forse a pochi, ma è meglio di niente.
Alberto Scanni