Numero chiuso
Giusto proporre lo stop al numero chiuso a Medicina? O è l'ultima di un'annosa serie di scelte miopi?
In questi giorni il ministro della Salute ha proposto uno stop al numero chiuso a Medicina. Le iscrizioni in massa alle facoltà mediche degli anni ‘70 e ’80 davano un eccesso di medici (4,2 x 1000 abitanti, mentre altrove, in Europa, la media era di 3,2). A ciò il governo aveva cercato di porre un freno con l’introduzione del numero chiuso (chiamato numero programmato ma la programmazione non c’è mai stata!).
In prospettiva però la sovrabbondanza di medici è andata riducendosi e molti andranno (o sono già andati) in pensione con cessazione dell’attività lavorativa. Attualmente mancano pediatri, oncologi, medici di famiglia e molti altri, alcune branche chirurgiche sono scoperte, con sofferenza di tutto il sistema a livello territoriale e ospedaliero.
Dobbiamo convenire che c’è stata miopia e assenza di una seria programmazione non solo nel numero ma anche nella valutazione economica del tutto! Ora la Ministra che fa? Abolisce il numero chiuso! Forse elettoralmente paga, ma dov’è la programmazione del numero in rapporto ai fabbisogni della gente, delle scuole di specialità, del ruolo degli specializzandi, delle coperture economiche, ecc.?
Si continua nell’improvvisazione. Non si analizza lo stato delle cose col risultato che tra qualche anno diremo che i medici sono tornati troppi. La “giostra” continua: la ministra dirà in giro che ha risolto il problema, avrà qualche consenso in più, apparirà efficiente ai suoi compagni di partito, ma il “pressapochismo” continuerà a essere la virtù dei politici!