Mascherine e libertà
Davvero le mascherine sono un attentato alla libertà?
L’avevano già detto per i vaccini, ma prima o poi qualcuno dirà che l’obbligo di mascherine è un attentato alla libertà. Anzi c’è già chi lo sta dicendo.
L’esercizio della libertà è come un elastico che si tira da una parte o dall’altra a seconda delle proprie convenienze e convinzioni. Libertà come diritto assoluto garantito dalle leggi, libertà come diritto individuale da difendere ad ogni costo, e chi più ne ha ne metta. Cerchiamo di essere seri.
La libertà deve sempre tenere conto del contesto in cui si esercita. Nel caso di una pandemia, la mia libertà deve commisurarsi a quella degli altri anche nel caso della obbligatorietà di una mascherina, tenuto conto che questo presidio sanitario è utilissimo strumento di prevenzione, semplice, di poco costo, con grandi vantaggi nelle infezioni e soprattutto nelle epidemie.
Nel nostro agire la prudenza non è mai troppa. Evitiamo fazioni pro o contro, politicizzazione dell’argomento, strumentale bandiera per i prossimi programmi elettorali. Sarebbe disdicevole, ben altre sono le cose a cui pensare! Ma cosa c’è di così terribile e invalidante nell’indossarla? Si può lavorare lo stesso, chiacchierare, divertirsi, guardarsi in giro, camminare, giocare. Sono ben poche le limitazioni, peraltro superabili. Cosa sarà mai questo piccolo sacrificio di fronte al rischio di ricadere in quello che è successo in passato, quando si diceva che il virus era “clinicamente scomparso”? È comprensibile la voglia di gettare al più presto ciò che simbolicamente ricorda sofferenze e dolori, ma essere impulsivi non è mai saggio .