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La responsabilità dei sindacati negli ospedali

Sono tempi duri, tutti facciano la propria parte rinunciando a posizioni di trincea

La responsabilità dei sindacati negli ospedali

I tempi  per  l’assistenza sanitaria sono duri e oggi tutti si devono dare una “regolata”: sindacati compresi!

Ciò non significa non  riconoscere a queste organizzazioni una importanza determinante  per lo sviluppo della assistenza sanitaria, ma spesso si ha la sensazione  che   non sia possibile  avere con loro  un rapporto franco e di collaborazione.

La dialettica, anche in clima  di pace, a contratti firmati con buona pace di tutti,   tende ad essere mantenuta su  una livello di velata conflittualità, quasi a  significare che non si   possano e/o si debbano  condividere pariteticamente scelte aziendali, che la dirigenza deve essere mantenuta sulla corda perché  espressione di un padronato cattivo per definizione,

Così la  riorganizzazione dei turni di lavoro di un reparto può essere  bloccata anche se  i lavoratori di quella struttura concordano sulla variazione; modificazioni di strutture obsolete  non vengono accettate  in modo aprioristico, richieste  eccessive di  organici vengono mantenute pur  in ristrettezze di coperture economiche. E quando si domanda, di  fronte a richieste al limite della sostenibilità, di condividere le responsabilità che ne deriverebbero , la risposta è  negativa affermando  che “ognuno deve fare la propria  parte”:da una parte i padroni dall’altra i sindacati .

Ma fare la propria parte significa non avere presente la situazione economica del paese? Non sapere che i cronici assorbono una gran parte dei finanziamenti? Che  i  nuovi farmaci sono  carissimi? Che quello che costava 10, anni fa, ora costa 100? Che   alcune strutture vanno riorganizzate anche se ciò  non è condiviso da questo o quel tesserato? O forse si fanno certe richieste  per mantenere sotto scacco  la dirigenza?

Ma  non lavorano tutti   per  poter offrire una dignitosa assistenza ai cittadini?

E allora perché non creare un clima sereno di collaborazione e comprensione, perché non   accettare di essere corresponsabili  quando si vogliono imporre scelte difficili? Perché non allargare l’orizzonte   oltre il proprio orticello?

Credo che sia il momento di  riflettere  su tutto ciò: a contratti aziendali firmati  e a diritti riconosciuti, il  voler mantenere tutti  sulla corda  non porta  lontano. 

Alberto Scanni



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