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La medicina può sbagliare

Qual è la percentuale di diagnosi errate? E cosa si può fare per rimediare?

La medicina può sbagliare

La medicina non è una scienza esatta! E l’errore, anche se si è fatto tutto bene, è sempre in agguato. Molti sono gli studi sulla giustezza delle diagnosi e si è visto che nel migliore dei casi l’attendibilità diagnostica è dell’85%. Quindi resta un 15 % di fallibilità. Quali i rimedi pur sapendo che il 100% è una chimera?

Primo: agire sempre con senso critico e precisione.

Secondo: declinare il ragionamento clinico-diagnostico al caso specifico che abbiamo di fronte, esaminandolo con attenzione in tutte le sue valenze, formulando una ipotesi e cercare col ragionamento e la pratica di verificarla.

Terzo: avere presente che ogni caso è un caso a se stante. Certo ci sono le linee giuda, i PDTA (piani diagnostici terapeutici assistenziali) i protocolli, ma la prima cosa da fare è ragionare evitando di essere acritici lasciandosi prendere la mano da incasellamenti prestabiliti.

Le nuove tecnologie, l’informatica e gli algoritmi hanno affossato il ragionamento clinico. Così, se uno entra in ospedale per un melanoma va su un "binario", se invece ha un linfoma va su un altro: prima questo accertamento, poi quest'altro. Se c'è una risposta si "gira" di qua, se ce n'è un'altra si "gira" di là e via ai protocolli di trattamento: se ha la tal malattia la cura è questa, se no ce n'è un'altra. L'operazione risponde a criteri di efficienza, ma se il medico ci entra in maniera acritica diventa un automa e rischia di fare cose che per quel malato non vanno bene.



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