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La girandola delle poltrone nella sanità lombarda sulla pelle dei pazienti

La sanità lombarda sarà sicuramente di livello, ma mentre i pazienti richiedono più sedie nelle sale d’aspetto nei Pronto Soccorso e situazioni confortevoli nei reparti, la modalità delle nomine dei vertici di ospedali ed Asl dovrebbe essere più virtuosa

La girandola delle poltrone nella sanità lombarda sulla pelle dei pazienti

La sanità lombarda sarà sicuramente di livello, ma mentre i pazienti  richiedono più sedie nelle sale d’aspetto nei Pronto  Soccorso e situazioni confortevoli  nei reparti, la modalità delle    nomine dei vertici  di ospedali ed Asl dovrebbe essere più virtuosa. Si sta avvicinando il tempo dei rinnovi  e ci si augura che  la tendenza fino ad ora in uso, venga invertita.

Fin qui  il  comportamento  è stato il solito: attribuzione delle poltrone non certo in base a professionalità, competenze, o  risultati raggiunti, ma a bieche regole da Manuale Cencelli.

I Direttori Generali o i Presidenti dei consigli di amministrazione   sono stati  sistemati  secondo le  quote che i partiti di maggioranza e/o le correnti interne,  detenevano  nella gestione della regione Lombardia. Messa da parte l’efficienza e i buoni risultati degli amministratori, non considerata minimamente la necessità di una continuità di azione, non tenuto in debita  considerazione il gradimento degli operatori  sanitari di questa o quella istituzione, le forze politiche in causa si sono sempre accapigliate  fino all’ultimo per  avere questo o quel comando  e per arraffare di  più di quanto avevano in precedenza.

Certamente chi va a condurre  una realtà sanitaria deve portare avanti le linee sanitarie della regione, ma ciò non toglie  che  attribuzioni legate alle  “casacche “di appartenenza,  fatte per soddisfare questo o quel partito  non sono buona cosa. L’obiettivo non deve essere quello di occupare spazi,  avere accoliti servizievoli  per gestire il potere nelle sue varie forme, ma fare  il bene degli ospedali con uomini onesti che evitino scandali  tipo quelli di questi giorni.

Ma perché non si valutano   solo professionalità e competenze, rifuggendo da  ottiche spartitorie particolarmente nefaste?

Alberto Scanni



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