Il valore della medicina narrativa
Raccontare e farsi raccontare aiuta medici, infermieri, assistenti sociali e terapisti a diventare migliori
Lo spazio da dare al paziente per “raccontarsi” comincia dalla anamnesi in cui elenca disturbi e sintomi ma può allargarsi per una visione più globale del tutto. In questo percorso il medico non deve essere frettoloso ma deve assecondare il malato, stimolandolo a narrare, cercando di cogliere le sfumature del suo vivere. Anamnesi come apertura di un rapporto, ma propedeutica a una relazione in cui raccontare e scrivere permette di curare meglio.
Rita Charon, anima della medicina narrativa afferma: “La medicina narrativa fortifica la pratica clinica con la competenza narrativa per riconoscere, assorbire, metabolizzare, interpretare ed essere sensibilizzati dalle storie della malattia: aiuta medici, infermieri, operatori sociali e terapisti a migliorare l’efficacia di cura attraverso lo sviluppo della capacità di attenzione, riflessioni, rappresentazione e affiliazione con i pazienti e i colleghi”.
Con la narrazione il paziente non è ridotto a un organo o a un apparato da curare ma diventa persona, individuo, portatore di un disagio che penalizza il suo vivere.
La medicina basata sulla narrazione non è una nuova scienza ma uno strumento del processo terapeutico in cui si cerca di cogliere e interpretare non solo le storie di malattia del paziente ma anche il suo vissuto. La valutazione del caso, unico e non incasellabile in stereotipi di trattamento, diviene così ampia avendo colto il non detto, i silenzi e i disagi. Il narrare e il farsi narrare aiuta medici, infermieri, assistenti sociali e terapisti a migliorarsi.
Se lo sforzo compiuto negli ultimi anni per costruire una “medicina basata sull’evidenza” in cui statistica e tecnologia la fanno da padroni, fosse anche stato fatto per sistematizzare le osservazioni provenienti dalla medicina narrativa, avremmo certamente più strumenti per prendere decisioni al letto del paziente e esercitare una assistenza di maggiore qualità. Ciò nonostante il metodo della narrazione, ancora imperfetto e non sistematizzato, resta strumento potente per capire come e se applicare cure suggerite dalla “medicina basata sull’evidenza”.