Covid-19: esperti o opinionisti?
In questa fase della pandemia, è il caso di far parlare soltanto il comitato tecnico-scientifico
La confusione che regna nelle scelte del mondo politico va attribuita a opinionisti sanitari, virologi, infettivologi, immunologi che propinano, dalla sera alla mattina, sproloqui variabili, contraddittori e spesso conflittuali. E non parlo del comitato tecnico-scientifico del ministero, che bene o male ha sempre espresso unitarietà e collegialità sia all’unisono sia nelle interviste dei singoli membri.
Parlo di quei cosiddetti esperti che vivono al di fuori dello stesso (i curricula e la produzione scientifica di alcuni andrebbe approfondita). Si tratta di colleghi che si sono creati spazi mediatici, che imperversano su tutte le reti televisive con opinioni contrastanti che i politici sponsorizzano a seconda della convenienza.
«Un bel tacer non fu mai scritto», dicevano i nostri nonni. A questa massima dovrebbero attenersi, smetterla di «bombardarci» e lasciar parlare solo gli organi ufficiali. In altri termini, il comitato tecnico-scientifico del ministero. Le opinioni degli altri «esperti» ci confondono.