Devono emigrare perché sono anziani
Anziani costretti ad emigrare per curarsi. Il commento di Alberto Scanni

E’ notizia di qualche tempo fa che gli anziani tedeschi, viste le loro pensioni e i costi delle loro case di riposo vanno a farsi ricoverare in paesi limitrofi tipo Ungheria, Slovacchia,Ucraina. Alcuni vanno addirittura a vivere lontano in Turchia e perfino in Tailandia. Gli anziani di Berlino e di Monaco dunque,così come quelli di altre città tedesche si fanno già ricoverare in paesi, dove le rette sono più a buon mercato, dove la loro pensione coprirà tutte le spese di ricovero e garantirà una vecchiaia serena.
E da noi come stanno le cose con le pensioni che abbiamo? Sarà necessario anche qui di emigrare quando giunti a una certa età non si è più in grado di essere autosufficienti, perdi più soli o con una famiglia che non ce la fa a garantire assistenza e compagnia ?
Queste domande potrebbero apparire provocatorie ma la situazione attuale per i nostri anziani non è delle più rosee.
Per fare un esempio a Milano sono 400.000, molti di questi sono efficienti, soprattutto quelli che hanno poco più di 65 anni, altri più avanti negli anni (a Milano i centenari sono 547) presentano acciacchi vari. E’ vero che di istituti per anziani a Milano ne abbiamo, ma purtroppo non tutti se li possono permettere. La retta di ricovero in una casa di riposo varia tra i 70 e i 100 euro al giorno, quindi tra i 2000 e i 3000 euro al mese. Di questi il 40% lo rimborsa il sistema sanitario, ma al restante 60% deve provvedere in qualche modo l’interessato o chi gli sta accanto. Soltanto in casi eccezionali può intervenire totalmente il comune e un pensionato che è solo e che percepisce una pensione tra i 500 e i 1000 euro al mese, in base ai regolamenti esistenti, non viene considerato bisognoso di questo intervento. Per non parlare di quelli che hanno poco o niente. Le cose sono così, non solo a Milano ma anche nel restante paese ed é chiaro che le ristrettezze economiche del sistema non possono negare ai nostri vecchi la serenità degli ultimi giorni.
Visto che le pensioni non si possono aumentare, bisogna che gli enti locali, e in modo particolare i comuni facciano “saltar fuori” altri soldi anche per quei poveretti che tirano la cinghia con pochi euro al mese.
Obiettivo difficile, ma bisogna rovistare tra le pieghe dei bilanci, creare sinergie con altri organismi locali, rafforzare economicamente le famiglie che hanno un anziano in modo che possano tenerlo a casa, dialogare col terzo settore, operare a trecento sessanta gradi con i medici di famiglia senza penalizzare chi ha lavorato per una vita e nei momenti di difficoltà deve elemosinare un aiuto.
Alberto Scanni