Caso Trivulzio: cosa chiede la gente a chi si occupa di anziani
Chiede che gli amministratori non litighino. Che i vecchietti siano assistiti nel vero senso della parola e non lasciati in un letto...
Sulla stampa regionale e nazionale si parla molto della crisi che sta investendo il Trivulzio (storica istituzione milanese per anziani, frutto della generosità di nobili lombardi del secolo scorso).
Dimissioni in massa del consiglio di amministrazione, bilancio in rosso, patrimonio immobiliare sperperato, infermieri in rivolta, riduzione dei posti letto, sono solo alcuni dei grossi problemi del momento.
Non ho ricette, ma riporto integralmente l'articolo da me scritto sul Corriere della Sera del 14.10.2011 al momento dell'insediamento del nuovo Consiglio di amministrazione dal titolo "Le priorità per il Trivulzio".
Forse è utile per qualche riflessione.
Cosa chiede la gente a chi governerà il Trivulzio? Questa Milano che in questi anni ne ha viste tante, di cotte e di crude sulla benemerita istituzione?
Chiede che realmente ci si occupi degli anziani,di chi giunto ad al tramonto della propria vita ha bisogno di assistenza professionale e di calore. Chiede che i vecchietti siano assistiti nel vero senso della parola, che vengano lavati e puliti con regolarità ,che vengano fatti passeggiare e non lasciati a poltrire in un letto,chiede che nei momenti di solitudine abbiano compagnia e una parola dolce e di speranza. Chiede che gli ambienti siano confortevoli e lindi ,che se un ascensore si rompe venga aggiustato immediatamente ,che le lenzuola siano sempre pulite ,che il vitto sia buono e con diete intelligenti e che chi non è in grado di nutrirsi da solo sia aiutato con garbo.
Chiede che gli amministratori non litighino tra loro ma raggiungano una sintonia di intenti. Chiede che le appartenenze politiche non causino fratture ,che la politica stia fuori dalla porta;che non vi siano pressioni per questa o per quella gara di appalto,che chi, nuovo in consiglio e ancora a digiuno della cosa sanitaria , si applichi con umiltà ,impari e diventi esperto;chiede che non si stia chiusi nelle stanze del potere, ma si giri per i reparti , ci si guardi attorno, avendo presente che anche le piccole cose sono importanti : un giardino ben tenuto, le porte che scorrano,le grondaie che non perdano, i gradini segnalati ,le indicazioni corrette. Chiede che si conoscano bene le realtà e le persone che vi lavorano ;che si approfondiscano le tematiche organizzative e strutturali e che si programmino con immediatezza soluzioni e provvedimenti.
Chiede che non ci si occupi del patrimonio per favorire questo quello,che le case avute in lascito vengano fatte fruttare per sostenere realmente la istituzione che andranno a dirigere e non a favorire gli amici degli amici.
Chiede che, al di là delle belle parole e dei proclami di maniera, l’anziano sia realmente messo al centro del loro impegno e che chi assiste queste persone non venga vissuto come controparte, ma come portatore di esperienza e di idee frutto di una lunga permanenza lavorativa in quella sede. Chiede che medici e infermieri vengano ascoltati nei momenti di difficoltà e siano messi nelle condizioni di far bene il loro lavoro.
Non c’è una “senilità” di destra o di sinistra, non è che chi ha alle spalle una militanza politica sia meglio dell’altro e la verità sia solo dalla sua parte. Malattia ,vecchiaia, disagio sociale non hanno colore e il sapere che questi problemi, al Trivulzio, verranno affrontati con determinazione e unità di intenti è di grande consolazione