Benvenuta la legge sull'oblio
(ma non dimentichiamoci dei malati)
Fino a poco tempo fa assicurazioni e istituti di credito a un malato oncologico, anche quando erano passati molti anni dall’evento, chiudevano le porte, e il marchio della malattia “cancro” incombeva irreparabilmente per sempre.
Ora un paziente, essendo passati tanti anni, non deve più essere obbligato a dichiararlo quando fa una assicurazione sulla vita o chiede un mutuo in banca. La legge sull’ “Oblio oncologico” è stata approvata in via definitiva al Senato! Il cancro è una malattia che dopo tanto tempo va considerata guarita. Non deve essere più una spada di Damocle, un ostacolo ad una vita piena.
È un radicale cambiamento di paradigma (Cancro = male incurabile). Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Portogallo hanno già promulgato leggi specifiche che concordano sui tempi di oblio dopo 10 anni di assenza di malattia dall’intervento. Anche il Parlamento italiano dunque si è messo alla pari delle altre nazioni.
Le considerazioni fin qui svolte rafforzano l’importanza della prevenzione e degli screening per una diagnosi precoce e i relativi provvedimenti. Provvedimenti che vanno attuati rapidamente, senza lunghi tempi di attesa per non lasciare che la malattia peggiori a fronte di attese snervanti, sconquasso psicologico di malato e famiglia. Chi governa la sanità ha grandi responsabilità perché il sistema risponda rapidamente a questi bisogni, evitando inconcludenti proclami che non modificano lo stato delle cose. I sanitari fanno del loro meglio per tappare i buchi ma più di tanto non possono.
È compito dei politici fare in modo che le sale operatorie funzionino a pieno regime, che gli organici siano coperti. Si trovino i soldi stornandoli da capitoli di spesa che potrebbero aspettare (e ce ne sono!). La salute è un bene prezioso più di tanti altri e cercare di guarire la gente facendola vivere di più e al meglio non è cosa da poco.