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Ogm: se sono manipolate le argomentazioni degli oppositori

Un'interessante analisi di AIRI pone il problema della competenza di chi si oppone agli Organismi Geneticamente Modificati. Ripercorriamo le tappe di quanto accade nel nostro Paese

Ogm: se sono manipolate le argomentazioni degli oppositori

L’opinione pubblica italiana torna a fare i conti col dibattito sugli Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Nel 2015, forse per la prima volta nella storia dei media nazionali, è stato dato spazio alle argomentazioni di coloro che non sono contrari all’impiego di OGM o, quantomeno, alla loro sperimentazione in campo proibita da una dozzina d’anni da una legislazione poco lungimirante.

La comunità scientifica internazionale concorda quasi all’unanimità sul fatto che non ci siano attualmente prove che le colture OGM possano nuocere alla salute di animali e uomini. Ci sarebbe, invece, da discutere sulla credibilità scientifica degli oppositori, la maggioranza dei quali non ha adeguate conoscenze biologiche. Grazie soprattutto agli interventi in Senato e sulla stampa della senatrice a vita e biologa Elena Cattaneo (già in prima linea contro il “metodo” Stamina rivelatosi inconsistente), il Parlamento italiano e gran parte dei media sono tornati perlomeno a mettere in discussione il dogma “OGM = male”.

Un'apertura per certi versi sorprendente, visto l’oscurantismo scientifico imperante nei media e nella politica del nostro Paese. Le svolte auspicate dalla comunità scientifica e da buona parte degli agricoltori, purtroppo, non ci sono ancora state. Se non la fine della messa al bando delle colture OGM, parliamo almeno dell’abrogazione della legge che non ne permette la sperimentazione in campo (cioè fuori dalle serre a contenimento) per valutarne sia la resa produttiva sia le qualità organolettiche del prodotto. Nel 2016 un fatto di cronaca ha fornito l’occasione per tornare a parlare di OGM sui media italiani: il caso è legato alla dimostrazione della manipolazione di alcuni lavori pubblicati da Federico Infascelli, docente ordinario di Nutrizione e alimentazione animale nel dipartimento di Veterinaria all’Università Federico II di Napoli, studi nei quali si paventava la “pericolosità” dei mangimi OGM.

Il caso nasce da un’audizione in Commissione Agricoltura Senato dell’8 luglio 2015, in cui Infascelli, invitato dalla senatrice Elena Fattori (M5S), ha esposto i presunti rischi connessi alle colture e agli alimenti geneticamente modificati. In quell’occasione Infascelli ha esposto le sue posizioni critiche, arrivando ad affermare di aver riscontrato la presenza del transgene con cui era stata ingegnerizzata la soia nei tessuti e nel latte di capre nutrite con soia GM, paventando effetti sulla fisiologia dei cuccioli in fase di allattamento. La senatrice Cattaneo, membro della Commissione, ha criticato queste affermazioni durante l’audizione e in seguito, dopo aver analizzato i lavori del gruppo di ricerca dell’ordinario di Veterinaria [1-3], ha redatto una lettera indirizzata allo stesso Infascelli contenente critiche puntuali su diversi aspetti della ricerca. In primis, diverse interpretazioni forzate dei risultati riportati negli stessi articoli.

Nei lavori, a fronte della sbandierata scoperta della presenza del transgene nei tessuti degli animali nutriti con soia transgenica, è riportata la presenza non di una copia integra, ma solo di frammenti del transgene (ogni acido nucleico contenuto in un alimento assunto da un animale viene frammentato durante la digestione), certamente non in grado di essere espressi ovvero sintetizzare la proteina corrispondente nel mammifero. Inoltre, per quanto riguarda i paventati effetti sul metabolismo animale, nei lavori non c’è traccia di una qualche modifica chiaramente causata dall’assunzione di soia GM, ma solo ipotesi non verificate. Ma, soprattutto, la senatrice Cattaneo ha riscontrato grossi problemi metodologici e di pianificazione degli esperimenti: in breve i lavori mostravano controlli inappropriati e, inoltre, nel mangime somministrato agli animali la presenza del transgene non era l’unica variabile. È infatti noto che peculiarità del terreno, clima e condizioni di coltivazione incidono più della presenza o meno di un transgene sul livello dei metaboliti della pianta, come riportato da Barros e Harrigan [4-5]. Inoltre, leggendo attentamente gli articoli del gruppo Infascelli, la senatrice Cattaneo ha notato anomalie nelle immagini riguardanti l’analisi elettroforetica delle sequenze di DNA considerate. A richiesta di ulteriori spiegazioni e dati a supporto delle loro tesi, Infascelli e collaboratori, così come il direttore del dipartimento cui afferiscono, Luigi Zicarelli, non hanno fornito risposta. A questo punto la senatrice Cattaneo si è rivolta a Enrico Bucci, direttore della società di analisi di dati biomedici BioDigitalValley, in grado di analizzare le immagini sospette e di determinarne un’eventuale manipolazione. Va ricordato che Bucci è noto come affidabile scopritore di frodi scientifiche. L’analisi forense ha mostrato che alcune fotografie di gel elettroforesi erano state manipolate, mentre altre riutilizzate con differenti didascalie attribuendole a esperimenti diversi. Nel settembre 2015 la senatrice Cattaneo ha contattato i giornali scientifici in cui erano stati pubblicati i lavori sospetti e ha inviato il resoconto dell’analisi forense al Rettore dell’Università Federico II di Napoli Gaetano Manfredi, presidente della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane). Quest’ultimo, per far luce sul caso, ha nominato una commissione d'inchiesta presieduta dal giurista Lucio De Giovanni, dall'ordinario di Genetica medica presso la Seconda Università di Napoli Vincenzo Nigro e dal direttore di ricerca dell’Istituto di Genetica e Biofisica (CNR) Pasquale Verde. La commissione, preso atto anche della memoria difensiva presentata da Infascelli e collaboratori, non ha potuto far altro che constatare l’effettiva manipolazione intenzionale dei dati pubblicati nei lavori. Il 14 gennaio 2016 Enrico Bucci ha reso pubblica la sua analisi delle immagini manipolate dal gruppo di Infascelli: sono state riscontrate manipolazioni nei tre articoli che avevano insospettito Cattaneo, più altri quattro lavori pubblicati e una tesi di dottorato di Vincenzo Mastellone, membro dello stesso gruppo di ricerca [6-7].

Constatati i pareri della commissione di inchiesta e del Senato accademico, il Rettore Manfredi ha deciso di punire con un richiamo formale tutti gli 11 autori degli articoli: gli ordinari Infascelli e Luigi Avallone, gli associati Monica Isabella Cutrignelli, Pietro Lombardi, Nicola Mirabella e Serena Calabrò, i ricercatori Raffaella Tudisco, Vincenzo Mastellone, Fulvia Bovera, Giovanni Piccolo e Maria Elena Pero. Inoltre, il gruppo di lavoro dovrà sottostare al giudizio del direttore del dipartimento di afferenza (a Zicarelli è succeduto Gaetano Oliva) per ogni ricerca da pubblicare o richiesta di finanziamenti. In Italia non c’è una chiara legislazione sulla frode scientifica e non è prevista la perdita del posto di lavoro come in altri Stati, pertanto la sanzione decisa da Manfredi [8] era la più severa possibile. Questa sanzione mina la reputazione e la credibilità dei ricercatori coinvolti ed è il primo caso in cui si siano applicate le regole sull’integrità scientifica di cui si era da poco dotata l’Università Federico II (già coinvolta in passato in casi analoghi). Nel frattempo, la rivista Food and Nutrition Sciences su cui era stato pubblicato uno degli articoli [2] ha ritirato il lavoro. Le frodi non hanno avuto solo ricadute accademiche, ma anche politiche e pratiche. Oltre che nel dibattito parlamentare (soprattutto da parte del M5S), le ricerche erano state usate dalle Procure di Pordenone e Udine e dall’Ispettore Baiocchi del Corpo Forestale dello Stato nell’inchiesta a carico di Giorgio Fidenato. Dal 2009 l'imprenditore agricolo coltiva mais ingegnerizzato Mon810, non contravvenendo a direttive dell’Unione Europea né alle raccomandazioni dell’EFSA (autorità europea sulla sicurezza alimentare), ma scontrandosi con la legislazione dello Stato italiano.

Addirittura, in occasione di un convegno dell’ISMA a Roma il 30 giugno 2015 sul tema OGM, testimoniato da un video pubblicato sul sito del Movimento 5 Stelle, Baiocchi ringrazia pubblicamente gli studi di Infascelli grazie ai quali avrebbe convinto le procure friulane a decidere per la distruzione dei campi di mais Mon810 coltivati da Fidenato. L’imprenditore friulano ha annunciato di voler procedere a una richiesta di risarcimento dei danni materiali e morali al Governo e alle varie organizzazioni anti-OGM che hanno agito e influenzato l’opinione pubblica e dei magistrati sulla base di dati manipolati. Tutta questa vicenda si inquadra in uno scenario culturale in cui molti pensano di poter confutare teorie maturate in decenni di studi con una propria opinione costruita in 20 minuti di lettura di siti internet. Basti pensare a quando una puntata del programma di Rai3 Presa Diretta, dedicata alla questione OGM (e redatta in maniera sorprendentemente oggettiva), è stata oggetto di critiche da parte della senatrice M5S Fattori perché nella trasmissione non sarebbe dato spazio al “contraddittorio”. Peccato che per quanto riguarda l’opportunità di sperimentare colture OGM in campo aperto e sulla loro sicurezza ci sia poco da discutere. La senatrice Cattaneo ha redatto un dossier completo con tutti i lavori presenti nella letteratura scientifica a riguardo, al netto di chi ha interesse a orientare le ricerche in una direzione fissata a priori. Come l’equipe di Infascelli o il ricercatore australiano Charles Benbrook, cui l’imprenditore “bio” Georg Kailis ha commissionato una ricerca che comprovasse la pericolosità delle colture OGM. Questi casi ribaltano la tipica accusa degli anti-OGM “gli scienziati sono comprati dalla Monsanto”: Le falsificazioni scientifiche finora scoperte sono all’interno della fazione contraria agli OGM. Probabilmente serve uno sforzo divulgativo importante da parte del mondo accademico italiano e delle società scientifiche per creare maggiore consapevolezza sugli OGM sia tra la popolazione sia tra i suoi rappresentanti in Parlamento e Governo. L’Italia ha già accumulato un ritardo di una quindicina d’anni rispetto ad altri Paesi riguardo alle strategie biotecnologiche innovative particolarmente adatte a rispondere ai problemi del futuro prossimo (crescente domanda di cibo ed energia, minori estensioni coltivabili, mutate condizioni ambientali, diffusione di patogeni,…). Il nostro Paese non può permettersi di perdere altro tempo dietro a mere speculazioni oscurantiste.

Per chiudere, la chiosa della lettera della senatrice Cattaneo al professor Infascelli andrebbe considerata come un monito: “Come ho detto più volte non ho alcun interesse sugli Ogm ma mi interessa capire come si deve lavorare, non da sola, per provare a rompere un incantesimo costruito negli anni da una pessima politica che ha distorto fatti e realtà, creato falsi miti, paure infondate, sfiducia nella scienza che indaga, limitato fortemente libertà di studio, cancellato l’orizzonte per molti giovani, allo stesso tempo privilegiando ciarlatani, famigli e lacchè e dando l’impressione che in Italia di fatti accertabili e accertati non ne esistano mai. Io nell’avversione politica agli Ogm e all’innovazione biotecnologica in agricoltura non trovo che questo ma ho anche scoperto che la scienza può, con la sua valanga di dettagli, farsi capire. Nello specifico, sto lavorando affinché questa cappa di oscurantismo venga rimossa e venga data la possibilità a gruppi come il tuo di disporre, oltre che dei fondi necessari, di materiale sperimentale della qualità e accuratezza che necessitano questi tipi di esperimenti”.

Bibliografia

1. Tudisco R, Mastellone V, Cutrignelli MI et al. 2010. Fate of transgenic DNA and evaluation of metabolic effects in goats fed genetically modified soybean and in their offsprings. Animal 4: 1662–1671

2. Mastellone V, Tudisco R, Monastra G et al. 2013. RETRACTED: Gamma-Glutamyl Transferase Activity in Kids Born from Goats Fed Genetically Modified Soybean. Food and Nutrition Sciences 4: 50–54

3. Tudisco R, Calabrò S, Cutrignelli MI et al. 2015. Genetically modified soybean in a goat diet: Influence on kid performance. Small Ruminant Research 126: 67–74

4. Barros E, Lezar S, Anttonen MJ et al. 2010. Comparison of two GM maize varieties with a nearisogenic non-GM variety using transcriptomics, proteomics and metabolomics. Plant Biotechnology Journal 8: 436-451

5. Harrigan GG, Venkatesh TV, Leibman M et al. 2016. Evaluation of metabolomics profiles of grain from maize hybrids derived from near-isogenic GM positive and negative segregant inbreds demonstrates that observed differences cannot be attributed unequivocally to the GM trait. Metobolomics 12: 82 – 95

6. Abbott A, 2016, GM-crop papers park probe. Nature 529, 268 – 269.

7. B. De Fazio, 2016, Università, puniti prof e ricercatori: hanno falsificato studio sugli Ogm. La Repubblica 09-02-2016.

8. B. De Fazio, 2016, Il rettore dell'università di Napoli Federico II: "Addolorato per l'indagine sui ricercatori, ma ci voleva una risposta forte". La Repubblica 10-02-2016. Autore: Matteo Faè Laureato in Biologia sperimentale ed applicata presso l’Università di Pavia. Ha svolto il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari, studiando le modalità di riparazione del DNA in risposta a stress abiotici, utilizzando piante di Medicago truncatula ingegnerizzate. Lavora in qualità di borsista presso il Laboratorio di Biologia molecolare vegetale dell’Università di Pavia, svolgendo una ricerca sulla produzione, in piante di tabacco transplastomiche, di enzimi adatti ad essere utilizzati nei processi di saccarificazione di biomasse per la produzione di biocarburanti.



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