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Torniamo a scuola (ma per favore, non in macchina!)

Il 7 aprile molti bambini torneranno in classe. Ancora incerti i dati sui contagi a scuola e sui mezzi di trasporto, ma un fatto è evidente: l'uso massiccio delle auto compromette l'aria delle nostre città

Torniamo a scuola (ma per favore, non in macchina!)

La scuola, almeno quella elementare e la prima media, riapre dopo le vacanze di Pasqua; il governo è dunque intenzionato ad assegnare all’istruzione una priorità maggiore di quanto fatto nel corso del 2020 e dei primi mesi dell’anno.

RIAPRONO LE SCUOLE

La riapertura avviene non senza timori della variante inglese, anche grazie ad un recente studio che ha suggerito un rischio basso di contagio da Covid-19 nelle aule scolastiche rispetto ad altri luoghi non senza critiche e prese di posizione contrarie. D’altro canto, l’assenza di un monitoraggio epidemiologico sistematico sui contagi nelle scuole è una delle cause importanti e della continua incertezza e si coniuga bene con la carenza cronica di dati raccolti e presentati in modo trasparente durante tutto il corso della epidemia.

VENTILAZIONE FONDAMENTALE

Questa volta il ritorno a scuola si associa ad una nuova raccomandazione dell'OMS sulla ventilazione degli ambienti chiusi. Un tema a noi caro, quello della trasmissione del contagio per aerosol, che avevamo riassunto nella forte raccomandazione di aprire le finestre durante l’orario scolastico. Bene, ora l’OMS fornisce ragguagli tecnici più dettagliati: non solo aprire le finestre ma mantenere sempre una adeguata corrente d’aria (aprire sia la finestra sia la porta) in modo da raggiugere una ventilazione adeguata. Si, quella corrente d’aria che per le nostre nonne uccide più del fumo di sigaretta, è una buona soluzione per le aule scolastiche in tempi di Covid-19. Magari insieme ad un monitoraggio migliore e una attività di testing e contact tracing più precoce ed organizzata.

EFFETTO COVID: TROPPE AUTO

Il ritorno a scuola si lega ad un tema molto importante, quello del trasporto, come a scuola si arriva e si ritorna a casa. Vi è sempre stata una discussione sulla sicurezza nella scuola rispetto alle diverse attività prima e dopo l’orario scolastico, con gli autobus sotto il fuoco delle critiche perché affollati e privi di misure di sicurezza. Il mezzo pubblico che è diventato subito il male peggiore, e quindi tutti a scuola in macchina! E così, malgrado i limiti alla circolazione individuale, le nostre città sono nuovamente intasate dal traffico e dall’inquinamento. Con regioni “rosse” e scuole chiuse, nella settimana scorsa (malgrado lo smart working e le restrizioni alla mobilità), anche grazie alle condizioni meteorologiche, le città hanno visto un aumento importante nella concentrazione degli inquinanti e sono diventate nuovamente le camere a gas che con il lockdown dell’anno scorso si voleva finite per sempre. Proprio l’anno scorso durante il lockdown avevamo sognato città senza macchine.

Ora stiamo perdendo un'occasione irripetibile per cambiare la mobilità e sperimentare un modo nuovo di muoversi, un inquinamento ridotto e un ritorno ad una vita più umana. Sul tema della mobilità abbiamo bisogno di più azioni e meno chiacchiere.

I TRASPORTI PUBBLICI

Non vi sono dati certi (ma in generale, sulle circostanze di esposizione i dati sono modesti) sul tasso di infezioni e utilizzo dei trasporti pubblici, ma è indubbio che su tali mezzi va rispettata la distanza di sicurezza, va regolamentato l’accesso, va mantenuta una ventilazione adeguata. Il mezzo di trasporto pubblico è considerato un luogo dove è impossibile mantenere una distanza di sicurezza, un luogo malsano da evitare. Le amministrazioni pubbliche devono dunque garantire dei trasporti pienamente utilizzabili mettendo la sicurezza al primo posto. Abbiamo bisogno di un trasporto pubblico efficiente e salutare, anche per una ragione di equità sociale. Ma se occorre garantire un buon trasporto pubblico, occorre anche scoraggiare l’uso dell’automobile, creare dei quartieri e intere zone della città a traffico ridotto, dove le macchine non possono entrare e sono sostituite da percorsi pedonali e ciclabili. Facile pensare a tutte le zone intorno gli edifici scolastici che andrebbero interamente protette dall’auto.

A SCUOLA A PIEDI, MA IN SICUREZZA!

I percorsi pedonali e/o ciclabili sono una medicina per l’uomo, perché aumentano l’attività fisica, riducono le patologie cardiovascolari e il diabete, sono una medicina per il pianeta. Sono un’attività di prevenzione immediata che le amministrazioni locali possono iniziare da subito, senza aspettare il Recovey Fund. Si tratta di introdurre cambiamenti radicali nella pianificazione urbana locale (trasporti, uso del territorio, alloggi) per facilitare la connettività e la multimodalità, ridurre i grandi spostamenti quotidiani (potenziamento dello smartworking), potenziare lo sviluppo locale, migliorare gli spazi verdi, controllare le emissioni e stimolare il trasporto sostenibile e l’attività fisica. Ma si tratta anche di fare delle scelte individuali, decidere di non usare la macchina, prediligere i percorsi a piedi o in bicicletta, scegliere una scuola di quartiere che sia raggiungibile a piedi e di lasciare liberi i bambini di andare a piedi nei brevi tragitti casa-scuola-campo sportivo. Rinchiudere un bambino in una macchina ogni giorno per fare poche centinaia di metri fa male soprattutto al bambino e questo esempio farà di lui un adulto dipendente dall’automobile.



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