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Sars-CoV-2: il rischio di contagiarsi alla cena di Natale

Meno persone possibili a tavola, finestre aperte e umidificatori accesi per arginare Covid-19

Sars-CoV-2: il rischio di contagiarsi alla cena di Natale

Natale è alle porte e saranno queste, in tutta Europa, due settimane con regole di contrasto ai contagi severe, che limitando al massimo gli spostamenti confinano, di fatto, in casa tutti i cittadini. In Italia, dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si può spostare tra Regioni, il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio sarà vietato anche ogni spostamento tra Comuni, verso le seconde case, se non per lavoro, salute e situazioni di necessità. Sarà dunque un periodo natalizio in cui passeremo, per forza di cose, gran parte del nostro tempo in casa con i nostri conviventi e con un paio di stretti congiunti.

Le interpretazioni sul numero di persone con cui passare la sera di Natale sono molteplici e ci si affida al nostro senso di responsabilità. È meglio una tombola in otto, un poker in 4, una scopa in 2, o un solitario? La probabilità di incontrare il virus è pari a 1- (1-P (positivi)) elevato alla N. L'equazione di cui sopra dice che la probabilità che almeno un individuo in un gruppo di dimensioni N sia positivo è pari a 1 meno la probabilità che N individui siano negativi. Assumendo una prevalenza di infezione dell’1 per cento nella popolazione generale (un numero plausibile di questi tempi in molte Regioni), la probabilità di avere un infetto a tavola in una tombolata di 8 è circa dell’8 per cento, in un poker da 4 è del 4 per cento e in una scopa in due è del 2 per cento. Insomma, una bella differenza.


Se poi la sera di Natale si fa la tombolata da 8 a casa dei nonni materni e a Santo Stefano un’altra tombolata a casa dei nonni paterni, magari tra altri 8 parenti, le probabilità aumentano e non di poco.  Se queste tombolate si fanno in aree del Paese dove la prevalenza di infezione è più alta (2 per cento), possiamo correre un rischio molto più alto, circa il 15 per cento la probabilità di incontrare almeno un infetto per tombolata. Insomma, meglio un poker da 4.


E le finestre? Aperte o chiuse? Il meteo non ci aiuterà. Sarà un Natale freddo, aria gelida dal Polo Nord arriverà in Italia e, complice il calo repentino abbassamento delle temperature, la neve scenderà anche a quote basse. Staremo dunque in casa con i familiari e gli stretti congiunti con le finestre chiuse per proteggerci dal freddo? Sappiamo ormai che una persona infetta, attraverso la respirazione, la vocalizzazione, la tosse, gli starnuti, può emettere un aerosol contenente potenzialmente il Sars-CoV-2. Tanto che i contagi nelle Rsa e negli ospedali - come documenta ormai una parte consistente della letteratura scientifica prodotta su Covid-19 - potrebbero essere dovuti proprio ad una circolazione virale negli ambienti chiusi anche al netto dell'uso di maschere chirurgiche e kit di dispositivi di protezione individuale. Il 20 ottobre i CDC di Atlanta hanno riconosciuto che la trasmissione di particelle aerosol di Sars-CoV-2 può avvenire in determinate circostanze specifiche, come in luoghi chiusi, se la ventilazione risulta inadeguata.


Uno studio recentemente pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Publich Health suggerisce opportune strategie di prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione aerea del virus. Robusti risultati di laboratorio dimostrano infatti che la trasmissione del virus, in ambienti privi di radiazione solare, sia favorita da condizioni secche e fredde. Su tale base, all’interno di ambienti chiusi con luce solare diretta fredda, secca e con ventilazione insufficiente, quali ospedali e Rsa, si raccomanda di mantenere un'adeguata umidificazione dell'aria interna (nel range 40-60 per cento), soprattutto laddove ci si trovi in condizioni di temperature sotto i 20 gradi. Si raccomanda, inoltre, l'utilizzo di purificatori d'aria, di un’adeguata ventilazione meccanica anche nei periodi invernali e la misura della concentrazione del biossido di carbonio in aria, da mantenere sotto le 1000 ppm.


È ormai trascorso quasi un anno dall’inizio dell’epidemia di Covid-19, abbiamo migliorato moltissimo la capacità diagnostica e di cura, ma nonostante questo l’incidenza è ancora in aumento, ovunque nel mondo. I meccanismi di trasmissione non sono ancora del tutto chiariti. E quindi, ancora, dobbiamo adottare semplici misure preventive. Anche durante la tombola di Natale, curiamo la ventilazione nelle nostre case arieggiando frequentemente i locali e manteniamo l'umidità relativa indoor in un range adeguato. D’altronde, l’uso degli umidificatori nel periodo in cui i termosifoni sono accesi è una buona pratica anche per ridurre il rischio di infezioni respiratorie stagionali.


Riduciamo il numero delle persone nelle stanze - il detto «parenti-serpenti» è sempre valido - e apriamo le finestre con regolarità. Queste semplici precauzioni (raccomandate anche in vista della riapertura delle scuole) potrebbero essere utili nel ridurre il rischio di trasmissione per via aerea negli ambienti chiusi almeno fino a quando non verrà avviata una campagna di vaccinazione adeguata, sicura ed efficace.




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