C’è un motivo in più per essere vegetariani
E' possibile che ci sia un’associazione tra dieta vegetariana e pressione arteriosa più bassa?
In tutte le ricerche si parte con un obiettivo. Questa volta i ricercatori giapponesi delle Università di Tokyo e di Osaka (in collaborazione con i colleghi di Washington e di Pittsburgh) volevano trovare una conferma a ciò che era indicato da numerosi studi precedenti: è possibile che ci sia un’associazione tra dieta vegetariana e pressione arteriosa più bassa?
Hanno ritrovato sul web, in particolare nell’enorme database bibliografico di Medline (16 milioni di schede) tutto ciò che è stato scritto in inglese sulle diete vegetariane. Dal 1946 all’ottobre del 2013, e addirittura dal 1900 al 2013. E così la parola «web» esprime all’ennesima potenza il suo significato di «rete», perché permette ai ricercatori di oggi ciò che sarebbe sembrato fantascientifico ieri. Una vera pesca d’altura negli abissi, che riporta alla superficie del mare i dati, le osservazioni, i confronti, le considerazioni, le contestazioni, le improvvise lame di luce nel buio.
In maniera molto assurda, fa quasi pensare a una sorta d’immortalità della ricerca, ci rimette davanti agli occhi le osservazioni cliniche di un passato quasi remoto, e lancia la sfida alla nostra fantasia: riusciamo a risentire l’entusiasmo, approvare la meticolosità di un metodo, rivedere quelle migliaia di pazienti che hanno collaborato agli studi, ma di cui non sapremo mai la storia?
Il confronto ragionato tra i risultati di centinaia di ricerche ha permesso di trovare una risposta affermativa: i valori pressori dei vegetariani erano nettamente più bassi, sia come «massima» che come «minima», di quelli presentati dalle persone onnivore, cioè che mangiavano tutto, carne inclusa. Con tanti dati in mano, quindi ormai la certezza c’è. Al punto che gli autori dello studio hanno potuto anche lanciare un’idea nuova e interessante: in alcuni casi, la dieta vegetariana potrebbe addirittura sostituire i farmaci anti-ipertensivi.
La dieta vegetariana per il controllo della pressione può diventare un’altra pietra miliare sul cammino della salute. E mi auguro che man mano la nostra cultura alimentare si decida a cambiare, ad abbandonare la carne. Non solo per rispetto della vita degli animali («Gli animali sono nostri fratelli, e non si devono considerare oggetti a nostra disposizione», diceva Margherita Hack), ma perché abbiamo il dovere di ragionare sul modello di sviluppo del nostro pianeta, e garantire la possibilità di sopravvivenza per tutti. Agli inizi del XIX secolo la popolazione mondiale era di 900 milioni di individui, ora siamo circa 7 miliardi.
E’ arrivato il momento – oggi, non domani – di fare una scelta tra nutrire gli uomini e nutrire gli animali che facciamo venire al mondo per cibarcene.
Se si fa la scelta vegetariana, è possibile nutrire tutta l’umanità. Pensiamoci. E pensiamo che la bistecca che ci arriva in tavola è il frutto di una cieca rapina di risorse: per un chilo di carne si sono impiegati 20mila litri di acqua.
Umberto Veronesi